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C’era una volta, poco tempo fa, un ragazzo che doveva vincere, un veggente e io.
Nella stessa stanza.
Beh non proprio. Il ragazzo nella stanza era in spirito, nei nostri pensieri. Il veggente era un gatto nero. Io ero io.
Il gatto non era il mio, era di un amico. Era il gatto di un terapeuta medium molto bravo che ero andata a trovare per portargli una persona. È possibile che i gatti di persone speciali siano ancora più speciali dei gatti normali. Questo in particolare aveva fama di essere molto “selvatichino”, ma con me fu gentilissimo. Mi insegnò cose che nessun umano e nessun gatto si era mai sognato di imparare e di insegnare.

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L’incontro con il gatto?

Il ragazzo a quel tempo stava per partecipare a una gara sportiva. Doveva vincerla. Era una vittoria che aveva coltivato per molti anni, probabilmente per tutta la vita e che avrebbe segnato la sua vita futura. Tutto dipendeva da quella gara: la fortuna dell’armatore, la sopravvivenza della squadra, l’inizio della storia d’amore di questo ragazzo per se stesso, nuovi sbocchi professionali e nuove felicità, nuovi equilibri nei rapporti con la sua famiglia, con i suoi amici e con la sua futura fidanzata, la ragazza che forse… chissà… se solo… Tutta la squadra aveva dato il massimo nella preparazione dell’evento del loro terzo mondiale di vela dilettanti. Questo ragazzo era il timoniere. Li avrebbe portati alla vittoria.

Mentre il terapeuta stava lavorando con la persona che gli avevo portato, ne parlai col gatto.

È difficile riferire che cosa mi disse perché i gatti sono in genere di poche parole, diciamo pure muti. Già è difficile tradurre lingue e sistemi di pensiero stranieri. Tradurre lingue senza parole e sistemi di pensiero senza pensieri è impossibile. Ci provo solo ora, a costo di avere perso la freschezza della visione, perché ora ho più maturità e mezzi per esprimermi. Allora si trattò di una rivelazione, fulminea e isolata, un momento mistico.
Gli umani vivono nella realtà costituita, definita e delimitata dalle parole e dai concetti che le parole veicolano. I felini vivono in uno spazio-tempo di silenzio assoluto, uno spazio vuoto e aperto, vasto e molteplice come l’eternità, impermeabile ad ogni condizionamento e allo stesso tempo sensibile ad ogni influenza materiale e astrale.

Cosa vedono i gatti?

Tobia, il gatto, aprì per me la stanza della sua ghiandola pineale e mi ospitò. Fino a che il mio desiderio e la mia energia mi sostennero, io VIDI come vedeva lei. È un gatto femmina con nome da maschio, chiaro indizio di stramberia sciamanica.
Intanto ebbi la conferma, per esperienza, di ciò che suppone la scienza, che i gatti vedono in bianco e nero. I colori non sono importanti. Non sono “la sostanza del discorso” direbbero i gatti.
Se ne può discutere, anzi varrebbe la pena di approfondire il perché e il percome discutendone con qualche gatto filosofo.

selfie nuda sul pavimento gatto rovescio
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Comunque colgo l’occasione per anticipare ciò che Tobia mi mostrò in seguito, quando si andò a ritirare sul suo cuscino preferito: i gatti, tutti i gatti, sognano a colori. Un po’ come i ciechi, umani o no, che sono impossibilitati a vedere con i due occhi fisici ma possono sognare con l’occhio interiore qualsiasi cosa, col potenziale utilizzo di tutti i sensi. Possiamo stare sicuri che quando moriremo i colori non mancheranno. Ricchi, vari, intensi o scialbi, conosciuti o ancora inconcepibili, i colori sono parte costituente dei mondi astrali.

Terza cosa che VIDI coi miei occhi grazie agli occhi di Tobia. I gatti non vedono una realtà sola ma diverse realtà alla volta. Questo secondo me è sia una loro peculiarità, una caratteristica della loro specie, sia un loro talento individuale. I gatti sono per natura magici, ma non escluderei che ci siano tra loro gatti più o meno intelligenti, più o meno evoluti. (In seguito partecipai a una festa in casa di un altro opertore olistico. Quando un caro amico mi chiese come era stata gli risposi: “Boh. Ha gatti idioti! O_O”)

I gatti sperimentano per natura ciò che per prima Jane Roberts con gli scritti di tutta la sua vita si impegnò a divulgare, al grande pubblico, fin alla metà del secolo scorso. La realtà non è una. La realtà è una serie di realtà contemporanee parallele.
Il gatto non vede uno. Vede uno e le sue potenzialità, le sue realtà possibili al di là del tempo.
Il mio amico avrebbe vinto la gara. Oppure no. La vittoria esisteva già. Faceva parte dei suoi sogni, delle sue creazioni mentali/astrali, delle sue realtà possibili. Bastava andare verso quella direzione. E prenderne possesso.

La visione a griglie

Il gatto vede in bianco e nero, vede la realtà che lo circonda come la vediamo noi senza troppi dettagli perché di fatto ci sono cose molto più interessanti da vedere. E inoltre, a volte letteralmente, vede delle griglie. Le griglie esistono oggettivamente. Le mostrano i film Matrix, Lucy. Alcune mie amiche le hanno viste e hanno addirittura provato a spostarle e giocarci. Anche io ne ho avuto percezione in casi eccezionali.

Vecchie strade - Fotografia - Silvia Pedri

Queste griglie si possono moltiplicare a volontà per ogni aspetto di interesse e possono così articolare i piani della visione: visione materiale, visione astrale, possibilità presenti, passate e future, cose invisibili di cui sento i rumori fuori dalla porta, tutto può rientrare nel campo visivo.
Ad esempio, se, per gentile e amorevole concessione, i gatti vi ospitano nella loro ghiandola pineale, potete vedere vari aspetti contemporanei di una cosa o vari parti di un sistema che si muovono contemporaneamente o la collocazione o la direzione di una persona nello spazio-tempo in relazione a voi o a se stessa o aspetti del passato come del futuro… Mi è capitato l’altro giorno, con il giovane gatto che ho in casa.

La magia dell’infinito

Insomma tutte cose che un comune veggente padroneggia, soprattutto se è di pelo nero e baffi lunghi.
Se invece le tue doti di veggenza sono ancora arrugginite e sei solo umano… fai parte di una razza inferiore, è vero, ma puoi sempre migliorare. Se ti applichi. Insieme a un gatto. Nel silenzio assoluto delle vostre menti congiunte.
Un gatto in fondo non è molto diverso da un essere umano. Anche lui può essere, con la consapevolezza, istantaneamente in varie parti del globo e dell’Universo e allo stesso tempo essere super-presente nella realtà materiale a 3D. Cose di tutti i giorni. Per lui che ha non la parola ma la magia pura e intatta dell’Infinito.

Quando un gatto vi guarda “intorno”, ora che sapete come funziona, chiedetegli che cosa sta vedendo. Io ad esempio sono sicura che vede gli Spiriti di altri Mondi che mi stanno a fianco. Ma non mi ha mai dato la soddisfazione di una conferma.

Ah il ragazzo alla fine perse la gara, con tutte le conseguenze del caso. Si trattò della sconfitta conclusiva, e decisiva, di una serie di sconfitte dopo una brillante ascesa. Forse il ragazzo non si trovava al posto suo. Forse aveva qualcosa fuori posto. Fatto sta che in questo spazio-tempo non ebbe accesso alla realtà che sognava.

Forse un gatto lo avrebbe aiutato. Perché i gatti non solo solo veggenti ma anche terapeuti.
Ma su questo devo ancora ricevere lezioni private.
Nel caso , vi farò sapere.

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Silvia Pedri esplora la vita liberamente e ne comunica la potenza in modi artistici. Frequenta temi spirituali con esperienza e padronanza. Gestisce un blog di crescita personale, offre consulti, scrive, dipinge, fotografa, autoproduce ebook di romanzi, saggi e poesie, crea mp3 di musica e di meditazioni e crea video in cui recita e canta. Se vuoi sapere di più sulle sue competenze, clicca sull'icona di LinkedIn.

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