La notte del solstizio invernale è la notte più lunga dell’anno. L’oscurità trionfa e già prepara il cammino e si trasforma in luce. Il respiro della natura è sospeso. Tutto aspetta nel calderone, Il Re Oscuro si trasforma nella luce infante.
Aspettiamo l’alba non lontana, quando la Grande Madre da vita al Sole Bambino, che porta con se speranza e la promessa dell’estate. Chiamiamo il Sole dal grembo della notte. La nostra Donna Benedetta lo porta nel suo giovane grembo, grembo che ha dato la vita a tutte le cose. La Donna gira la ruota ancora una volta.
Il periodo di Yule
Poiché è una festa solare, è celebrata col fuoco e il nome di Yule. Yule è il tempo in cui lasciar andar via le nostre paure, i nostri dubbi, le idee logore e i progetti finiti, qualsiasi cosa della nostra vita che ci tiene lontani dai nuovi inizi che ci porteranno ad una nuova crescita.
È il momento di lasciar andare il passato e di camminare verso la luce. In questa lunga notte, noi rinnoviamo e diamo nuova vita ai nostri corpi e spiriti. In questo momento piantiamo i semi del cambiamento.
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Le origini di Yule
Yule è la festa del solstizio invernale nelle tradizioni germanica e celtica precristiana. È il momento in cui le ore del giorno sono le più brevi dell’anno, e di conseguenza, vi è la notte più lunga. La Dea da vita al Dio, rappresentando la rinascita della luce. E’ il momento dell’anno in cui gli spiriti della Terra (e dei boschi) sono spinti a riposare, per prepararsi al lavoro che ci sarà nel ridare alla Terra i nuovi boccioli di vita, con la Primavera.
La parola Yule si crede derivi dalla parola scandinava o anglosassone “Iul”, o addirittura dal norvegese “jul” che significa “ruota”, quindi una data che segna il punto definitivo nella Ruota dell’Anno.
Inoltre Jolfoor (padre di Yule) e Jolnir (Yule) sono nomi di Odino. Alcuni credono che in realtà Odino fosse colui che desse i regali. In sella al suo destriero Sleipnir, Odino solcava i cieli e le dimore degli uomini insieme a numerosi spiriti e guerrieri. Il popolo, proprio per ingraziarsi la divinità, riempiva calze e scarpe di fieno e carote, per sfamare l’impetuoso cavallo a otto zampe.

Prima che Babbo Natale diventasse popolare nell’epoca vittoriana come un elfo grasso e felice, era mostrato alto e longilineo, con un lungo vestito nero, invece che rosso e bianco. Le prime leggende raccontano che Babbo Natale guidasse un cavallo bianco, non una slitta piena di renne. Questo ci ricorda per l’appunto Odino e Sleipner. Il vecchio “Babbo” era anche una figura molto particolare, a tratti terrorizzante, soprattutto per le persone cattive e con intenti poco onorevoli.
IL Solstizio nelle diverse culture
Gli antichi Greci festeggiavano una celebrazione simile per assistere il Dio Cronos in battaglia contro Zeus e i Titani.
I Romani invece festeggiavano il Dio Saturno. La festa difatti si chiamava Saturnalia e iniziava a metà dicembre per finire il primo di Gennaio. Si era soliti dire “Jo Saturnalia” quando ci si incontrava mascherati per le strade e si utilizzava queste giornate per fare grossi e lauti pranzi, andare a trovare gli amici e parenti e per scambiarsi dei regali di buona fortuna chiamati Strenae (da qui la tradizione delle “strenne” natalizie). Decoravano le loro case con ghirlande di alloro e sui sempreverdi venivano accese candele. Gli schiavi venivano resi liberi.
Celebrazioni venivano tenute in onore degli spiriti dei boschi. Gli alberi venivano portati nelle case e decorati con campanelle, candele e con nastrini dai colori brillanti per attrarre gli spiriti. Pane, frutta e noci venivano appesi sui rami per dare cibo agli stessi. Canti di gruppo erano anche un modo per guidare gli spiriti al rifugio delle case e i ceppi venivano accesi per dare calore.
I Saturnali sono poi stati adattati dalla tradizione Pagana nella celebrazione più famosa del Natale.
I Sassoni, invece, celebravano Modranect il 24-25 Dicembre, la notte della Madre. Era la celebrazione della nascita del sole per il solstizio d’inverno. Il giorno che seguiva la notte della Madre era per festeggiare la Dea.

Yule e le corrispondenze natalizie
Le antiche ricorrenze legate a Yule coincidono oggi con le celebrazioni del Natale. Questo sabbath rappresenta la rinascita della luce, nella notte più lunga dell’anno, la Dea da alla luce il Sole Bambino e aspetta la nuova luce. Alcune covens celebrano un Festival della Luce per commemorare la Dea Madre. Altri celebrano la vittoria del Signore della Luce su quello dell’Oscurità.
Il solstizio invernale è stato spesso associato alla nascita del ” Re Divino”, molto prima della nascita del cristianesimo. Yule è la rinascita, il ritorno della speranza e della vita. Non ha mai cambiato il suo significato nel tempo. Del resto Yule e Natale non sono poi così diversi. Entrambi celebrano l’arrivo del Dio/Sole, così come Cristo è stato chiamato, la luce del mondo. Leggi anche: L’antico autentico valore del Natale
La tradizione cristiana dell’albero di Natale ha le sue origini nella celebrazione pagana di Yule. Famiglie pagane portavano un albero in casa così che gli spiriti dei boschi avrebbero avuto un posto dove restar caldi nei mesi invernali. Campanelle erano appese ai rami così che si poteva riconoscere quando uno spirito era presente. Il cibo era appeso per farli mangiare e una stella a cinque punti, il pentagramma, simbolo dei 5 elementi, era messo a capo dell’albero. I colori della stagione, rosso e verde, sono anche di origine pagana, così come l’abitudine di scambiarsi i regali.
Così come gli alberi da frutta, anche i sempreverdi sono un elemento fondamentale delle celebrazioni del solstizio invernale. L’albero sempreverde, che mantiene le sue foglie tutto l’anno, è un ovvio simbolo della persistenza della vita anche attraverso il freddo e l’oscurità dell’inverno. L’albero di Yule rappresentava la fortuna per una famiglia così come un simbolo della fertilità dell’anno che sarebbe arrivato.

Durante Yule, i bambini erano portati di casa in casa a regalare mele speziate ai chiodi di garofano e arance pieni di chiodini infilati nella buccia, che tenevano in cesti di rami di pino insieme a dei gambi di grano ricoperti di farina. Le arance e le mele rappresentavano il sole, i rami l’immortalità e il grano simboleggiava il raccolto. Infine la farina era la consapevolezza del trionfo, della luce e della vita. Il vischio, il pungitopo e l’edera non solo erano decorazioni di esterni ma anche di interni. Un rametto di agrifoglio veniva tenuto tutto l’anno per assicurare fortuna alla casa e a chi ci risiedeva.
Come festa del Sole, Yule è celebrato attraverso il fuoco e l’uso di un ceppo. Un pezzo del ceppo è salvato e tenuto durante l’anno per proteggere la casa.
Questa antica tradizione di matrice inglese era fatta con un ceppo di Quercia che era tagliato, decorato con aghi di pino e pigne e quindi bruciato nel caminetto per simbolizzare il sole che ritorna. Un tipo diverso di ceppo di Yule, sicuramente più utile per i praticanti moderni, è quello che viene usato adesso e che ha la base per tre candele. Vuoi crearne uno? Approfondisci nell’articolo Il Ceppo di Yule.
Per finire, ricordo anche l’importanza della ghirlanda, in quanto simbolo di Yule, perché rappresenta la ruota che sempre gira e il cerchio senza fine che ogni volta si compie. Insomma, la natura infinita della vita. È tradizione fare una ghirlanda di vischio e rami di abete per simboleggiare l’antica ruota attraverso cui passavano i pagani dei tempi.
Cosa fare durante Yule
Yule è la notte più lunga dell’anno. Anche se cade nel momento più “scuro” dell’anno, è un momento sacro e di pace.
Portiamo in noi e analizziamo le attività che abbiamo svolto nei precedenti mesi estivi e lasciamo i rimorsi alle spalle.
Dirigiamo il nostro lavoro magico verso i nuovi progetti, sull’equilibrio, la bellezza, la pace e l’armonia. Concentriamoci verso la famiglia, gli antenati, la pace e la serenità.
CORRISPONDENZE
- Luna: Fredda, Quercia, Luna delle Notti Lunghe
- Simboli: Ceppo, l’albero, candele, vischio, l’edera, gli abeti
- Divinità: Tutte, gli Dei nascenti e del Sole, tutte le Dee Madri e le Dee triplici.
- Colori: Rosso, Verde, Oro e Bianco
- Cibi tradizionali: Noci, frutti come le mele e le pere, Maiale, Idromele, patate, cipolle, Dolci con il cumino
- Erbe: Agrifoglio, Vischio, Edera, Cedro, Alloro, Ginepro, Rosmarino, Pino, Valeriana, Mirra
- Oli: Rosmarino, Mirra, Noce Moscata e Cedro
- Incenso: Pino e Cannella
- Animali: cervi, scoiattoli e il pettirosso
- Gemme: quelle dal colore rosso, rubini, corniole e granato
Leggi anche:
Il ceppo di Yule
Il Solstizio più potente della tua vita finora
L’antico autentico valore del Natale
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La Via del Cavaliere
Questo non è un libro per tutti. È solo per cavalieri o aspiranti tali.
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