“Quando qualcuno entra nella tua vita per una RAGIONE, di solito è per soddisfare un bisogno cha hai espresso. Sono venuti per assisterti attraverso una difficoltà, per darti consigli e supporto, per aiutarti fisicamente, emotivamente o spiritualmente. Possono sembrare come un dono del cielo e lo sono. Loro sono li per il motivo per cui tu hai bisogno che ci siano.
Quindi, senza nessuno sbaglio da parte tua o in un momento meno opportuno, questa persona dirà o farà qualcosa per portare la relazione a una fine. Qualche volta loro muoiono. Qualche volta se ne vanno. Qualche volta si comportano male e ti costringono a prendere una decisione. Ciò che dobbiamo capire è che il nostro bisogno è stato soddisfatto, il nostro desiderio realizzato, il loro lavoro è finito. La tua preghiera ha avuto una risposta e ora è il momento di andare avanti.“
La mia risposta…
Bambini e adulti: le differenze
I bambini vivono di bisogni, richiesti e soddisfatti. E col tempo imparano a essere grati alla Vita, che li nutre. E col tempo imparano a lasciare andare gli attaccamenti a questi bisogni. La nonna non sempre potrà essere con loro, ad esempio. È doloroso, è morire dentro, ma si accetta, lo si perdona, è nella natura delle cose…
E così si è in pace.
Gli adulti vivono di scambi. Non sono bisognosi, sono autonomi.
Sono autonomi proprio grazie a tutti questi scambi. Così funziona il lavoro, ad esempio.
E anche la crescita personale, la bellezza della vita. Non prendono solamente. Prendono e danno. Si divertono così. Come i bambini quando giocano, tra i loro pari. Ricchezza condivisa e amplificata, non bisogni soddisfatti.
Gli adulti non sentono solo i loro bisogni. Sentono e capiscono anche le loro paure, i loro limiti, e li accettano, li rispettano, come capiscono anche i limiti degli altri.
Il mondo è pieno di bambini feriti e non guariti che non sanno stare al mondo perché nessuno gliel’ha mai insegnato e loro da soli non hanno mai imparato perché hanno dovuto passare gran parte della loro vita solo a proteggersi dai pericoli.
Questi sono “gli altri”, che soddisfano o non soddisfano i nostri bisogni, che ci abbandonano, ci tradiscono o ci feriscono. E quando sono “buoni” con noi li ringraziamo e quando sono “cattivi” li lasciamo andare.
Neanche i bambini usano le persone in questo modo! Il mondo ha bisogno di compassione e comprensione. Un adulto non può permettersi di ragionare come un bambino, in base a bisogni soddisfatti. Non può permettersi di non sentire ciò che lo circonda, di non vedere e capire altro da sé, di non uscire da se stesso, dalla propria sensibilità e dai propri bisogni. Altrimenti resta isolato. Altrimenti non riesce a interagire con ciò che lo circonda.
Ricco di ricchezza accumulata non di ricchezza condivisa e amplificata, e sicuro nei suoi sistemi di protezione.
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Ora… la protezione è un bisogno e il più basilare e fondamentale, il più vitale di tutti. Tutti gli esseri viventi per mantenersi in vita si auto-proteggono, fa parte della loro saggezza. Si impara ad auto-proteggersi da piccoli perché da piccoli non si hanno risorse, non si conosce il mondo e non lo si può affrontare, tanto più se per qualche ragione fa paura o è oggettivamente pericoloso. Un bambino è delicatissimo e qualsiasi cosa, anche la più insignificante, lo ferisce e gli si imprime dentro e gli attiva strategie di sopravvivenza.
Sentire fa male. Sentire pone rischi.
Sentire e soffrire e sentire tutta la sofferenza è come morire. È così proprio perché il bambino non è autonomo e non ha struttura e risorse interne. Il bambino è per definizione dipendente. Un adulto è autonomo. Chiaro che no. Ha bisogni, sogni, desideri… È senza pelle. E ha ancora TUTTE le fragilità del bambino. Non può essere altrimenti. Ma le riconosce. Perciò ne è libero.
Conosce la voce di tutte le parti di sé. Quelle che gli dicono chiuditi e quelle che gli dicono apriti. Conosce tutti i rischi perché ha già sofferto ed è già morto diverse volte. (e sa anche che ogni volta, da dolori infami, è rinato, più forte sensibile e consapevole di prima) Può permettersi di avere comprensione e compassione di sé, di rispettarsi, di non forzarsi, di proteggersi, ma anche di essere curioso. Non sta al sicuro nella sua zona confort.
Può permettersi di crescere. Può permettersi di vivere. Può permettersi di perdonare se stesso per gli errori fatti quando non era stato in grado di fare di meglio e di perdonare gli altri per gli errori fatti quando non erano stati in grado di fare di meglio, può permettersi di vedere e sentire tutto quello che c’è dietro a tanti errori: tanta Vita!

Un adulto è autonomo ma non autarchico, non è un sistema chiuso. Come ogni essere vivente per crescere e anche per sopravvivere può solo interagire.
Interagire da pari, non da bisognoso che prende e ringrazia. Gli altri sono bisognosi proprio quanto lui. Gli altri hanno bisogno di scambi, da pari, proprio come lui.
Non necessariamente con lui, perché lui non è il centro del mondo, non è più il bambino che chiede e ringrazia: al bambino, per sua natura, tutto è dovuto; all’adulto, per sua natura, no.
Un adulto è pieno di bisogni ma li può ascoltare, rispettare e appagare non se chiede e ringrazia (gli altri se ne fanno assai dei ringraziamenti) ma se gioca, se crea, se scambia, se scopre, se rischia.
La massima aspirazione di un adulto è essere un bambino sano.
Un adulto è pienissimo di paure. Ogni adulto è pieno di brutti ricordi, troppi perché almeno i peggiori non riemergano in superficie e lo intralcino, lo nauseino, lo ammoniscano ogni volta che si aggira nella loro zona. Ma ha il distacco per viverci insieme, fianco a fianco fino a che le sue nuove realtà non li dileguano. Li accetta, non si lascia guidare da loro. Non vuole protezione.
Gli altri, proprio come lui e come qualsiasi essere vivente, vogliono solo che arrivi sangue al cuore.
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