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O sei risvegliato. O sei sufficientemente fine da fiutare cosa fa bene cosa no, dove guardare e perché…

O non lo sei.

Non te lo posso spiegare. Nessuno te lo può insegnare. Ormai non più. Funziona così. È inevitabile.
Mancano le parole.

Ora mi spiego. ;)

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Posso ispirarti, posso stimolarti posso fare breccia, creare una fessura, una apertura nel tuo cuore e nella tua consapevolezza. Posso farti incuriosire, farti divertire, farti sognare, farti sentire, posso scuoterti, entusiasmarti e posso perfino darti energia, in tanti modi. Tutte attività sante. Possibili.
Ma non posso convincerti. Non posso mostrarti quello che è.
Non ne ho le parole.

  1. Le realtà sono sempre più vaste, varie, individualizzate, specializzate, approfondite, interdimensionali, avventurose, sottili…
    Per trovare linguaggi comuni bisogna ridurre all’osso e semplificare al massimo. E si sarà sempre fraintesi da qualcuno!
  2. La cultura mondiale è sempre più globalizzata, uniformata, massificata e di conseguenza impoverita. La lingua comune, a livello grammaticale e concettuale, è  “esperanto” arido e meccanico, elementare, materialistico e utilitaristico, asfittico! 


Non solo la ricchezza di quello che ci sarebbe da raccontare, esprimere, condividere, cresce in maniera esponenziale. Ma allo stesso tempo la povertà delle lingue cresce in maniera altrettanto esponenziale.
Siamo un mondo muto. Solo il nostro sentire ci può guidare a districarci nella comunicazione, personale e collettiva.
Questo in sintesi.

Una analisi dettagliata? Difficile farla su vasta scala.

Ma Sibaldi e Galimberti, entrambi filosofi e filologi, da anni denunciano, attraverso precise osservazioni linguistiche, il crollo, irrimediabile, della Civiltà Occidentale.
Riporto alcuni dati che ho tratto da un video gratuito su YouTube
:

Umberto Galimberti osserva che i Greci furono una raffinatissima cultura. Poesia, arte, musica, teatro, letteratura, filosofia, politica, astronomia, invenzioni… Tutto ai massimi livelli. Gli antichi Greci diedero vita a tutta la Cultura Occidentale: lì nacquero e si definirono tutte le strutture mentali con le quali ci muoviamo oggi.
La loro cultura era di una ricchezza tale che nessuno studioso contemporaneo potrebbe mai abbracciarla per intero neanche se ci dedicasse la vita. E (questo lo dico io) non sono stati l’unica né la più evoluta civiltà che sia esistita sul pianeta Terra. Come hanno fatto a essere così grandi? Avevano le parole! Avevano gli strumenti per esserlo. Potevano indicare concetti sofisticatissimi, con precisione, e condividerli…

Un antico greco medio usava 80.000 parole. Un antico romano ne usava 4.000.
Una manciata di decine di anni fa un liceale ne usava 600; dopo pochi decenni il numero era calato a 400 (secondo le ricerche di Tullio De Mauro, illustre linguista). Oggi, secondo Galimberti, un ragazzo in media non ne conosce e non ne usa più di 200.
È chiaro che si fa confusione!

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Solo un illuminato che mi legge dentro può capirmi quando dico: “Ho cosato la cosa col coso, come si dice… il coso!”

Paradossi a parte, Igor Sibaldi ha dedicato tutti i suoi ultimi libri (in particolare da “Eros e Agape” – Arte di Essere Edizioni – in poi) a spiegarci l’etimologia, l’origine e il significato, delle parole che usiamo nelle lingue contemporanee perché non sappiamo più che cosa stiamo dicendo!

Parole come – amore, – sesso, – tempo, – lavoro… coprono ambiti talmente vasti e ambigui che hanno ognuna migliaia di significati.

Credi nell’amore? Non ci credi? Distruggi tutto? Parte? Ma che cosa stai dicendo, prima di tutto a te stesso? Che cosa stanno creando le tue parole, i tuoi pensieri, le tue emozioni? In quali convinzioni sei in trappola?

Non ci puoi vedere chiaro: mancano le parole.
Non puoi distinguere. Non puoi discernere.

Non è un caso che proprio negli ambiti di questi concetti tutti noi abbiamo, collettivamente e individualmente, i problemi più grossi.
Non riusciamo a capire chi siamo e che cosa vogliamo. Figuriamoci se riusciamo a fare qualcosa di sensato, di in sintonia con noi stessi! Figuriamoci se riusciamo ad essere sereni con quello che facciamo!

Il problema è individuale e sociale, locale e globale. È evidente. È comprovato. Ed è enorme.

La realizzazione personale di ciascun individuo è a rischio.

L’evoluzione dell’anima è a rischio. Il progresso della specie è a rischio. La sopravvivenza della specie è a rischio.

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Soluzioni?

(Credevi che ti lasciassi così!? Che ti cosassi nel coso col casino del coso in cui tutti cosiamo??)

1. Essere intelligenti come esseri umani.

Il linguaggio è una prerogativa esclusiva dell’essere umano. Non perdiamolo. Servirà a qualcosa! E sì. Abbiamo visto sopra, dati alla mani, è servito!
Il linguaggio serve ad articolare il pensiero. Una persona in grado di pensare è più serena: è lucida e autonoma. La chiarezza mentale è un dono. Ma va anche coltivata.

LEGGI! Sii avido di chiarezza mentale!
Creati gli strmenti per potere meglio comunicare con te stesso ed essere te stesso nel modo più autonomo, sicuro, creativo e felice! Per non dire che maneggiare due parole in più potrebbe… come dire… aiutarti a cosare anche con gli altri. Sii avido di chiarezza linguistica!

2. Essere intelligenti come animali.

C’è troppa confusione. Troppa cattiveria. Troppi tentativi di ipnosi collettiva e manipolazione.
E non puoi diventare intelligente a sufficienza né sufficientemente in fretta. Garantito. No di certo utilizzando il ragionamento e il linguaggio. Usa facoltà superiori! Non sono doti da tutti. È vero. Infatti tutti o quasi cosano nella merda. Se tu vuoi cosare qualcosa fuori da lì, còsati svelto. Svegliati.

Fai in modo di attivare i tuoi sensi superiori! Non è più una opzione da aristocratici e snob dello spirito. È una necessità vitale. Urgente. Sviluppa intuito, fiuto, istinto, sensibilità, sentire. Qualsiasi canale percettivo va bene, basta che funzioni e ti valga a guidarti. Sperimenta!La facoltà di discernimento (buono – cattivo), in un modo pieno di pericoli, gravissimi, prima di tutto spirituali, dove in ogni istante ti giochi il tutto per tutto, è necessaria, vitale, urgente.
Non devi essere una enciclopedia vivente (anzi ormai gran parte degli intellettuali sono intellettualmente e spiritualmente poverissimi). Devi sono metterti in sintonia con l’Universo e con te stesso in quanto cellula dell’Universo. Chiedo troppo? Chiedo il minimo.

E in ogni caso QUESTO è il momento di imparare. Anche i serpenti ci riescono! Sanno a fiuto dove è meglio dirigersi nella selva per salvare la pelle. Hanno il centro e la direzione nella pancia.
A volte si sbaglia. Ma si impara in fretta. Almeno te lo auguro!

3. Le parole non bastano ad esprimerti, a farti capire.

Le parole non bastano a mantenere viva e attiva la rete di scambi e comunicazioni per mantenere viva e attiva l’evoluzione della specie umana.
Su questo non c’è dubbio. Usiamo (anche) altro!
Fai arte! Ti capiranno. I puri come Colombe e gli astuti come i Serpenti ti capiranno.
O meglio, grazie alla loro sempre più sviluppata capacità di SENTIRE, ti sentiranno.

Chi può, ti capisce. Chi c’è c’è. Chi non c’è non c’è non c’è.

O sei risvegliato. O sei sufficientemente fine da fiutare cosa fa bene cosa no, dove guardare, come nutrirti come crescere… O non lo sei.

La specie umana non è più UNA: sono tante, ognuna col proprio livello di consapevolezza.

Fai in modo di avere un livello alto!

Con umiltà, con attenzione, con amore, coltiva la tua consapevolezza!

O sarai presto estinto. Ti smarrirai nella serva e verrai mangiato. Cartelli stradali non ne esistono più e non è più possibile fabbricarne.

Solo Tu sai la Via. Solo Tu crei la Via.”Mettiamola così. La forza di una parola è nel suo contenuto. Ed è una forza molto speciale, che agisce comunque quando adoperi una parola. Agisce a tuo vantaggio se usi una parola sapendo cosa vuole dire veramente. E può agire contro di te se non ne conosci il significato autentico.

Anche se non ve l’hanno mai spiegato a scuola, parlare è sempre come chiedere cose a un genio della lampada di Aladino, che ti obbedirà alla lettera, guidando la tua esistenza verso ciò che le tue parole significano realmente – e non vero ciò che tu magari intendevi dicendole.  E se tra il significato delle tue parole e ciò che tu intendevi dicendole non c’è concordanza, se una tua parola va da una parte e tu dall’altra, ti ritrovi in quei grovigli tremendi tipo gli equivoci di Totò, che sono molto comici (ricordate: “per andare dove dobbiamo andare, noi… dove dobbiamo andare?” e così via) oppure nello smarrimento di chi precipita nella confusione mentale, che è una cosa triste.
Solo che non sai che stai precipitando ed è tanto più facile che qualcuno un po’ più furbo di te ti faccia precipitare dove fa comodo a lui. Attenti dunque a precisare bene le ordinazioni.”

Igor Sibaldi, Eros e Agape, Arte di Essere Edizioni, 2013.

Leggi anche:
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Author

Silvia Pedri esplora la vita liberamente e ne comunica la potenza in modi artistici. Frequenta temi spirituali con esperienza e padronanza. Gestisce un blog di crescita personale, offre consulti, scrive, dipinge, fotografa, autoproduce ebook di romanzi, saggi e poesie, crea mp3 di musica e di meditazioni e crea video in cui recita e canta. Se vuoi sapere di più sulle sue competenze, clicca sull'icona di LinkedIn.

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