Se hai molto sofferto e ora vuoi essere felice, queste sono le tre trappole sulle quali devi vigilare.
Vuoi essere felice, vero?
Perché non sei obbligata.
A volte è così duro liberarsi dalle corazze, dalle prigioni, dai dolori che ci opprimono e appesantiscono e ci impediscono di respirare normalmente la gioia che esiste… che è difficile scorgere una via d’uscita.
Ci vuole davvero un supremo atto di coraggio, una volitiva scelta di fede.
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Io ho sempre avuto e sempre ho la certezza che si possa stare meglio e che sia sacro il cammino che ci porta, passo dopo passo, a essere più padroni di noi stessi e dell’infinito potenziale che risiede in noi.
È difficile coltivarsi, ma è un atto sacro, doveroso, per la nostra Anima ferita che esige riscatto, per la nostra Anima evoluta e ambiziosa che ha scelto di attraversare prove difficili per imparare il più possibile.
Il tempo e la fatica sono investimenti che ci verranno restituiti con ampi interessi.
Niente viene perduto sulla strada della Crescita Personale.
Questo, ben inteso, se la fatica è ben mirata. Se la nostra attenzione è vigile. Se la motivazione ci permette di vedere oltre e di non restare succubi delle trappole dell’ego.
Per esperienza diretta e indiretta, sul mio cammino, ne ho incontrate tre:
1. La superbia
Chi ha molto sofferto lo sa. Sa che cosa ha passato. Sa che è una persona speciale.
È in grado di guardarsi attorno. Capisce che quando racconta le sue esperienze gli altri fanno fatica a seguirlo o a capirlo, o addirittura si spaventano.
Chi, per sopravvivere, è stato costretto a confrontarsi con i propri dolori, complicati, abissali, e ne ha sta sviscerando i meccanismi, è in grado di capire quasi tutti i dolori del mondo. E raramente ne trova di importanti quanto i suoi.

È un sopravvissuto, è un eroe. Ha “visto cose che voi umani”… non potete neanche immaginare. Lui le ha viste e sperimentate. Dei suoi buchi neri, dalle sue malformazioni e mutilazioni, creerà centrali nucleari. Ma ha pur sempre buchi neri come raramente se ne vedono. Sì, diciamolo, è uno sfigato. Sì, diciamolo, è un privilegiato. È sopravvissuto, morto e rinato, è il miracolo di se stesso, ha più forza di chiunque altro, e, se vuole, la può impiegare, dove vuole.
Ho visto persone che hanno molto sofferto nascondere dietro la loro gentilezza e disponibilità arroganza e presunzione. Le ho viste muoversi nel mondo con l’aria di sufficienza di chi sa, le ho viste dispensare consigli a destra e a manca, piuttosto anche a caso, solo per il gusto di narcotizzarsi con la propria voce e non affrontare realmente la propria realtà. Ho visto come reagivano ai complimenti per i loro successi inclinando il capo con maestà dicendo sì, grazie, lo so… :))
Le ho viste mascherare la fottuta paura di vivere, comune ad ogni essere umano, con la superiorità di chi gentilmente declina il gioco…
Che cosa è successo?
Non è proprio la sofferenza a fare crescere, ad allargare il cuore!? Un destino speciale dovrebbe essere l’ideale, la garanzia… Ma ogni cosa acquisisce senso solo per come la si vive.
Se il dolore unisce, è utile, allarga il cuore e lo infiamma di ideali, di amore, di servizio, o anche di semplice apertura all’amicizia e alla bellezza della condivisione con ogni essere del creato.
Se il dolore divide, rende chiusi, rancorosi, superbi. Essere unici e speciali non è sempre un vantaggio. Ci si sente soli, contro tutti. Ci si sente in diritto di isolarsi.
E allora no: si è persa l’occasione: non si capisce nulla degli altri né li si ama, né li si rispetta, si dà solo fastidio, e non si cresce di tanto così. Si è solo bravi a lottare, per sopravvivere, per vincere. Ma per l’evoluzione della propria Anima, per la sua sete di bellezza, gioia e amore, questo non basta!
Bisogna essere più grandi del proprio dolore.
Bisogna lasciare andare questo folle attaccamento.
Tanto, non si è il più grande eroe dell’Universo, ci sono tantissime persone che hanno sofferto meno e altrettante che hanno sofferto di più!
Tanto, ognuno ha il suo destino. Non esistono destini standard a cui fare riferimento. Ognuno ha i suoi tempi e le sue sfide, ognuno è penalizzato e graziato in qualcosa, ognuno ha i suoi compiti evolutivi, scelti in base alle proprie necessità e aspirazioni, scelti in base alla storia e alle caratteristiche della propria Anima.
Tanto, difficilmente puoi sapere quanto veramente gli altri intorno a te stanno soffrendo. Presunzione è presumere qualcosa, non saperlo. Presumi davvero di essere il migliore, sei così stupido?
L’Anima può evolvere solo se è libera e leggera. La tua ha ancora tante zavorre. Sta attraversando momenti impegnativi e importanti. Sta attraversando le situazioni giuste, al momento giusto per fare le cose giuste per te, costi quel che costi. Va bene così. Presto sarà più libera.
Non lasciarti sopraffare, ora, dalla consapevolezza delle tue fatiche esistenziali.
2. VITTIMISMO
Non alimentare le sabbie mobili delle tue ombre.
Non gravarti, non ossessionarti, non intossicarti.

Tu non sei il tuo passato. Non sei neanche le cicatrici che il tuo passato ti ha lasciato.
Sei un’Anima coraggiosa e instancabile, che è arrivata fin qui e sta andando oltre. Ogni giorno coglie occasioni per imparare e trasformarsi.
Me lo auguro per te, che tu sia così. Me lo auguro per me e per tutti. Abbiamo bisogno di te, ora, al tuo meglio. Abbiamo bisogno dello straordinario potenziale che tu hai, persona speciale che indubbiamente sei.
Sii fiera del tuo passato e predisponiti al futuro con apertura se non speranza, mentre affronti con fiducia il tuo Presente
3. RANCORE
Molla l’osso. Le vittime hanno sofferto, hanno sempre ragione. Sono intoccabili. Sono addirittura tabù sociali. E tu vuoi fare valere la necessità infantile, che purtroppo mai fu soddisfatta, di fare valere le tue ragioni: farti ascoltare, farti capire.
Ma la ragione, così come la punizione, sono fantasie delle mente: non esistono.
La vita procede esclusivamente, semplicemente, per esperienze.
Nessuno è vittima. Nessuno è carnefice. Tu non hai ragione e non c’è alcun motivo per cui devi averne e non c’è alcun vantaggio nel tuo averne.
Molla l’osso. Esci da lì. Alzati e cammina!
Chi ti ha fatto del male non si sentirà più in colpa nel vederti soffrire.
Tu non ti sentirai più libera nell’essere costretta a stare sempre male nel tentativo di farlo sentire in colpa. Molla l’osso. Sono fatti suoi. L’unico fatto tuo è essere felice, ora e sempre di più.
Il tuo dolore morale e il tuo disfacimento fisico non dimostrerà a chi ami quanto lo ami, non lo farà tornare. Chi tornerebbe da un rudere che sacrifica se stesso e gli altri pur di manipolare le persone!??
Vi rincontrerete nella gioia o non vi rincontrerete più, in questa vita, perché tu, in questa vita, vai verso la gioia.
“Vittimismo” e “Rancore” sono parti della tua “Superbia”. Ti senti unica. Nessuno può permetterseli tanto quanto te e li sente tanto quanto te e li può utilizzare tanto quanto te.
Nessuno ne è schiavo tanto quanto te. Si tratta solo di capricci infantili. Ma quanto ti tengono imprigionata!
Soffrire non ti dà alcun potere, né su di te né sugli altri.
Ti annulla, ti appanna, ti sfinisce.
Vuoi rinunciare a tutto il percorso fatto finora?
Davvero vuoi rinunciare a te stessa?
Sul serio stai pensando di buttare via tutte i tuoi sforzi e le tue straordinarie risorse?
Non sei curiosa di scoprire quanto lontano un’Anima forte come la tua può spingersi!?
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