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da “Il segreto della felicità“…

Intervista (medianica) a Joan Mirò – pittore e scultore  (Montroig, Barcellona 1893 – Palma di Maiorca 1983)

SILVIA: Perché mi sta così vicino, così proteso verso di me?
JOAN MIRÒ: È un peccato stare lontani se si può stare vicini, capisci. Se io sto lontano sono formale, allora ti parlo delle tecniche di miscelazione e stesura del colore, e bla e bla, parlo con la mente. Perché dobbiamo parlare con la mente, chi ci obbliga? È senza dubbio più noioso, meno creativo. Io non lo uso mai. Tu parli con la mente e non va bene. Non si parla con la mente e non si parla col cuore, si parla con l’anima, è questa la visione dell’artista, la globalità percettiva.

S: Va bene anche per gli intellettuali?
JM: Gli intellettuali hanno un difetto: sono intellettuali. Perché gli intellettuali, quelli furbi intendo, non vogliono definirsi tali? Per non essere rinchiusi in uno stereotipo di presuntuosi. E perché quelli furbi sanno che l’intelletto non deve avere supremazia. Vedi, gli artisti hanno fatto una cosa molto importante: hanno tagliato il linguaggio, sì, proprio come tagliare via la lingua. E allora tutto si dischiude, tutto si rivela.

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S: Lei rappresenta sempre i genitali…
JM: I genitali sono la vita, bambina, il mistero. La meraviglia della vita. Bisogna abbandonarsi. Tu scrivi, e dici tutto di te, tutto del mondo che conosci e va benissimo. Tutti gli scrittori lo devono fare perchè non c’è nient’altro (che valga la pena di essere scritto) al di fuori di loro stessi. Non è compiacimento se è sincero. Il segreto è la sincerità, io sono così, e se così opero c’è un motivo che trascende il mio piccolo ego, lo sento, sento di farlo. Questi sono autentici tesori. Gli scrittori non fanno altro che dare il buon esempio: guardate un po’ se anche voi ne avete di tesori… Oh, sì che ne avete! Che belli!

Ognuno li ha. E ognuno potrebbe essere artista, inventore di congegni elettronici, scalatore di vette, disegnatore, poeta… Ognuno HA una vetta e dovrebbe percorrerla. Non è il Medio Cielo astrologico, che indica la realizzazione professionale. NON è finalizzato. SEI tu. In Astrologia Arcaica è espresso più chiaramente: che tipo di energia predomina in me? Sono un alpinista o un poeta?

Andare dove nessuno è mai stato vuol dire semplicemente percorrere il proprio sentiero, che è esclusivo, per l’appunto! Bisogna avere la mente vuota per percepire con interezza. Gli artisti visivi sono agevolati in questo.

Mirò - Ballerina spagnola
Mirò – Spanish Dancer (No copyright infringement intended. Contact for issues or removal.)

S: Ma come fate a non preoccuparvi di nient’altro che della vostra arte?
JM: Tesoro, si lavora, si lavora tanto duro che si finisce col non vedere nient’altro che la propria arte. A quel punto, la tua arte sei tu.

S: Vuol dire che la mia amica Ines potrebbe mettere su una fabbrica di candele se solo volesse?
JM: Certo. Ti ripeto, certo. Solo che non glielo possiamo dire noi come fare. Per il semplice motivo che NOI non lo sappiamo. È la sua mente che produce (perché contiene) il suo futuro, solo lei può. Spetta a lei sapere il ‘come’ e il ‘se’. ‘Se’ non vuole, certo, è un altro discorso. Ma lei lo vorrebbe.

S: Il problema è che crescere fa paura.
JM: Crescere cambia tutta la prospettiva. È come abituarsi all’aria rarefatta di ossigeno a 6000 metri. È un’altra vita. È smettere tutto e ricominciare. Pensa a quando si cresce, si è prima bambini, poi adolescenti, poi adulti. Pensa a chi cambia lavoro. Bisogna cambiarlo, lo sai, sei lì che aspetti… aspetti cosa? …di cambiarlo! Devi perdere tutto.

S: È vero il detto yoga “solo quando si è disposti a perdere tutto, allora si può avere tutto”?
JM: Certamente. Quando sei disposto a perdere tutto, virtualmente HAI perso tutto e puoi solo ricominciare. Non c’è niente e dico niente di più eccitante di perdere tutto. No, non parlo di azzardo, parlo di rischio. È tutta un’altra vita. È così che funziona. Se vuoi una spiegazione intellettuale non chiederla a me. Ma gli intellettuali sono tanto tristi! Non sanno andare oltre la loro mente. Superare i limiti della mente è superare se stessi. I limiti della mente sono le paure, “io non ce la faccio”. Sono il razionalizzare i disegni emotivi, se vuoi una bella definizione. E questo è un limite feroce, credimi. Significa giustificare con tanto di bolla e diploma le indisposizioni emotivo-affettive. Bisogna capirle, non giustificarle. Il detto yoga è così suggestivo perché di per sé è un orizzonte nuovo, ne è il preannunciamento, dice: ” Se fai così, l’orizzonte nuovo è una certezza. Sei disposto?”

La paura della perdita e la paura della conquista sono la stessa cosa. Io non vi riconosco altro se non una sofferenza affettiva. È il ragazzo che cresce, parte da casa per andare a vivere da solo. “Mi vorranno ancora bene?” Come se non ne arrivassero altri ad amarci! Tutti ce l’hanno questa paura. È l’unica cosa che ci frena.

S: La paura di perdere tutto è la paura di morire?
JM: No, non confondiamo le cose. La paura di morire è altro, ne parliamo un’altra volta. La paura di perdere tutto è la paura di morire abbandonati.

Ascolta: il rischio non è incontaminato. Non significa buttarsi nel vuoto e sapere che ci salveranno. No! Siamo sulla Terra per essere avveduti. La fabbrichetta di candele si costruisce e si sviluppa lentamente , tanto più velocemente e solidamente in proporzione al lavoro che ci dedichi. Per tutti è così. Il rischio vuol dire percorrere una strada che nessuno ha mai percorso perché semplicemente era la tua! Il rischio è la direzione giusta. Se è giusta è giusta al passato, quando si manifestano i talenti, al presente, quando si opera per la sua realizzazione, e al futuro. È giusta come germe e come sviluppo. Crescerà sana e rigogliosa.

La solitudine non è un deterrente valido. Li trovi gli amici quando sai fare tante cose! Quando hai COMPIUTO le tue opere, il mondo le VEDE, e poi se ne stupisce! Tu no, per te tutto è dovuto perché è normale, tutto ciò ti appartiene da sempre.

Il Segreto della Felicità è la strada maestra, la tua. Tesoro, quando sei creativo sei così felice che l’amore non ti manca. Sei felice e la Felicità include l’amore, è fatta della stessa sostanza, è solo il punto di vista ad essere diverso, un po’ più settoriale, molto umano. La Felicità è una preoccupazione molto umana. Ma è giusto così, bisogna tendere a qualcosa, porsi i problemi, sapere dove andare. Per sapere dove andare bisogna porsi la domanda: “Qual è la Felicità per me?”

Ci vuole molta libertà per capirlo e anche in seguito per viverlo. Io sono diverso da tutti gli altri e questo si deve vedere. Non è ostentazione, è verità. Io faccio il mio cammino che mi spetta e sono felice.

Allora non mi preoccupo più di niente, allora è beatitudine. Panismo, veramente. La mia appartenenza è la natura umana vs. quella divina. Io creo l’uomo, io mi preoccupo dell’uomo, Dio di Dio (e dell’uomo). Io non penso a Dio, io sto bene tra i miei simili. Perché sto bene con me. Non ho niente da recriminare a nessuno. Se qualcuno mi pestasse un callo che m’importa, mica mi mozza un piede. Ci sono sempre persone cattive, stupide, ma non mi riguardano, non mi riguarda. Io, che sono al di là del bene e del male, sono Buono! La mia è una forza primordiale, nel senso più vero e sacro del termine. Io sono Dio, Io sono già Dio.

Estratto da “Il segreto della felicità”.

Leggi anche:
L’Arte di Sognare Reale: Marzia Pistacchio
Frida e gli altri (e noi)
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Author

Silvia Pedri esplora la vita liberamente e ne comunica la potenza in modi artistici. Frequenta temi spirituali con esperienza e padronanza. Gestisce un blog di crescita personale, offre consulti, scrive, dipinge, fotografa, autoproduce ebook di romanzi, saggi e poesie, crea mp3 di musica e di meditazioni e crea video in cui recita e canta. Se vuoi sapere di più sulle sue competenze, clicca sull'icona di LinkedIn.

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