In una vita precedente si era comportato in modo simile e lo avevo buttato giù da una rupe. Aveva distrutto il mio Sogno! Il mio sogno, il sogno di una vita insieme, mi piaceva tanto… Questa volta sono stata più brava.
Come dice Woody Allen, perché fargli del male? Sporcherei di sangue il tappeto.
Non ho sporcato il tappeto. Ho risparmiato sia me sia lui. Mi sono mostrata ferita e risentita per questa storia così bella che non voleva non poteva iniziare. Ma sembrava davvero non ci fosse soluzione.
E in questa vita non sono una sanguinaria. Non faccio soffrire neanche col pensiero.
Ci ho messo un anno per elaborare il lutto di una storia che non era nemmeno iniziata. Come un bambino in gestazione, si era fatta sentire, nel fremere di tutta la sua gioia, ma non aveva avuto la forza di uscire fuori, di essere, di nascere, e ha deciso di abortire. Ma in questa vita, a differenza della precedente, ero innamorata. Nessuna freddezza nessuna avventatezza. Pura vita, puro sentire. Morire. E rinascere.
Ci ho messo un anno e tanta vita in mezzo e ora provo solo gratitudine. Non gratitudine perché se n’è andato. Gratitudine perché c’è stato. Amore e gratitudine per l’esperienza. Gratitudine per tutto quello che ho vissuto, osservato, compreso, assimilato e imparato nel corso del tempo.
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È stato un fallimento
Se fossimo stati capaci saremmo stati capaci: la storia sarebbe nata e si sarebbe sviluppata. Avremmo dato e ricevuto di più dalla vita. Invece siamo state vittime dei nostri tranelli interiori, caduti al primo soffio di felicità, tanto eravamo fragili, inesperti, impreparati alla felicità.
Che cosa ci ha fermato? Che cosa ci ha fatto inciampare? Che cosa ci ha insegnato il fallimento? Che cosa ci ha mostrato di noi? Siamo andati oltre le nostre fragilità ora o dobbiamo ancora prenderci cura di loro?
Che cosa invece ci ha mostrato l’oltraggiosa bellezza dello stare insieme? Quali parti di noi si sono risvegliate, hanno rivendicato vita e potere? Quali parti di noi hanno mostrato la loro forza e fioritura?
Chi eravamo allora? Chi siamo ora? Ci ho messo un anno per ricordare questo frammento della mia vita con lacrime di gratitudine e non di tristezza e non di rabbia.

Non ci metterò la vita per ricordare in questo modo una relazione durata più di tre anni e terminata tanti anni fa.
Era brutta. Non c’è niente da fare. Riconosco che è così.
Però mi rendo conto che dovevo attraversarla per sperimentare parti di me e del mondo che non avrei potuto vedere in altro modo.
Dovevo vederle, attraversarle e uscirne fuori dall’altra parte. Dovevo trovare la forza e prima ancora la consapevolezza. Crearle in me. Creare me. Sono felice di avere attraversato questa esperienza.
Sono felice che l’attraversamento sia andato a buon fine.
La conferma del successo è che mai si è più ripresentata nella mia vita una persona simile o una situazione simile.
Significa che ho imparato. Sono andata oltre.
Il fallimento, ogni fallimento, è un Portale
È una iniziazione. Bisogna attraversarlo. Lasciare che sia. Lasciare che la vita e i suoi mostri (i nostri mostri) ci facciano a pezzi. È quello che dovevamo sperimentare per conoscerlo, per essere più vasti, saggi, e soprattutto per non sperimentarlo mai più, in nessun momento della nostra vita presente né delle vite future, per non dover sfiorare nemmeno, mai più, quei territori.
E’ stata la nostra morte e la nostra rinascita, la nostra iniziazione a una nuova vita. Per tutte e per tutti è così o dovrebbe esserlo. E da ora, ora che ci abbiamo portato l’attenzione e la consapevolezza, per tutte e per tutti sarà così.
Ogni fallimento è un Successo, un Portale, una Iniziazione.
Siamo passati attraverso il Fuoco e ora siamo più trasparenti e luminosi. Materia purificata. Ora siamo diversi. Abbiamo una conoscenza e una consapevolezza completamente diverse del mondo e di noi stessi, abbiamo un rapporto completamente diverso con noi stessi e con gli altri. Siamo oltre. Con in più la consapevolezza che ci proviene dalle nostre ferite trasformate in saggezza, in compassione, in tenerezza in amore.
Possiamo lasciare andare, possiamo lasciare che sia e che sia stato. Possiamo lasciare che le persone attraversino la nostra vita e ci benedicano affondando nella nostra anima solchi di gioie e dolori e possiamo anche lasciare che, quando noi siamo cambiati, loro si allontanino per sempre (o per il resto di questa vita, a noi la scelta. Quando i conti sono chiusi, restano solo scelte libere).
Con loro o senza di loro, con altri o con altri ancora oppure da soli (ma si è mai davvero soli!??) noi siamo persone nuove, rinate e poi ancora rinate e poi maturate… e ci lasciamo attraversare dalle esperienze per essere sempre più libere di essere noi stesse, godendo di una bellezza sempre più autentica e viva.
Attraversa tutti i colori dell’Arcobaleno! Vedili, sentili, vivili.
Tu sei l’Arcobaleno. E sei oltre l’Arcobaleno.
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Coltiva l’Abbondanza | Meditazione
Con “Coltiva l’Abbondanza“, ho preparato e ti metto a disposizione una meditazione per arare il tuo terreno interiore e renderlo fin da subito fertile per tutti i tipi di abbondanza che desideri: materiale, spirituale, creativa, professionale e relazionale. Ogni parola è stata scelta per essere un balsamo di guarigione per ogni persona che ascolta.
Ho evocato ogni canale sensoriale per fare in modo che durante la meditazione tu possa essere pienamente a tuo agio e coinvolto. Ogni parola è misurata e controllata e posizionata in modo da essere efficace al massimo grado, sintetica ma esaustiva, così da creare concretamente tutte le condizioni per tutti i tipi di abbondanza che desideri, in armonia con la propria autentica natura e in armonia col Mondo circostante.