Devo ancora capire bene. Devo ancora capire quanta anima c’è in queste Vie, quanto sono efficaci per la nostra realizzazione.
Il Tantra è la Via evolutiva a due per eccellenza.
Per citare il titolo di uno dei romanzi di Margareth Mazzantini, “Nessuno si salva da solo”.
E lei lo sa. Lei che è artista, attrice e scrittrice di grande valore e successo, ed è sposata, da sempre si può dire, con figli, con un altro grande artista della scena italiana, Sergio Castellitto, attore e regista.
Viene da pensare che Margareth e Sergio si siano salvati insieme, amando insieme, comunicando insieme, creando insieme, creando opere, figli, amore, conoscenza, mondi.
Due è di più, due è meglio. Due è molto più della somma delle singole parti, due è l’occasione unica, potente e perfetta, per amplificare le energie a livello esponenziale, non sommarle ma moltiplicarle all’infinito.
Questo il Tantra lo sa. Mica scema. Il Tantra è una Via millenaria, rimasta praticamente immutata nei millenni. Un motivo ci sarà.
Per crescere ci vuole energia, coraggio, passione, determinazione, forza. In due è meglio. In due è di più.
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Ci sono vie solitarie, ascetiche, che si arrovellano su come risparmiare e investire le energie. A volte sembrano ridicole. Le energie sono il nostro unico bene! Vanno capitalizzate… Ma come??
Il Tantra è furbo.
Il Tantra è saggio, pragmatico. Dice non perdiamo tempo in chiacchiere. L’essere umano è legato al desiderio come un asino al palo. Esiste l’asino ed esiste il palo. Non ci possiamo fare niente. Possiamo piuttosto portare la situazione dalla nostra. Utilizzarla, trasformarla: invece di perdere tanta energia nel combatterla o ragionarci su, porre questa situazione al nostro servizio. È materiale, grossolana? Sì. No. Non importa. È legna per il nostro Fuoco. E il Fuoco, come ogni Fuoco, ci porterà in alto, che è la sua direzione, che è dove vogliamo andare. Alla Pienezza, alla Liberazione. L’essere umano è un essere sociale e socievole, relazionale. Non può essere altrimenti. E allora che sia! E allora che si diverta ad esserlo! Farà del suo “peccato” la sua virtù, della sua catena la sua scala a pioli verso l’Infinito.
A parte che le Donne, gli esseri umani femmina, sono le creature più fortunate dell’Universo perché a loro è concesso di evolvere da sole. Hanno l’energia e hanno il ricettacolo, il calderone, l’utero, dove coltivare, dove cuocere la loro energia. Esistono vie alchemiche ed energetiche perfettamente complete per le donne.
Però non tutte sono portate per una via solitaria, per quanto appagante, efficace e trasformativa possa essere. “La Donna”, dice il saggio Tantra, “senza l’energia maschile è incompleta. Il Maschio, d’altra parte, senza la Donna è cadavere.” Shiva senza Shakti è shava. Sapevatelo. La Donna senza l’uomo può essere triste. L’Uomo senza la Donna non va da nessuna parte.
Amare è ciò che mette le energie in circolo, è ciò che le mette alla prova, ne rivela oscenità e purezza, malattia e radiosità! La relazione interpersonale è il campo sacro, il campo per eccellenza di prova dell’Io. In te mi riconosco. Mi riconosco come parte di te. Mi riconosco come quella cosa stupenda in grado di interagire con te e creare emozioni, sentimenti, opere stupende. Mi riconosco come quella cosa monca e bisognosa, sconvolta sia dalla possibilità di essere amata sia dalla possibilità di essere respinta, tradita o abbandonata, come il bambino che ha paura di essere nutrito e ha paura di essere lasciato morire di fame, come la creatura incapace sia di amare sia di lasciarsi amare, incapace sia di essere se stessa sia di essere un noi, incapace sia di riconoscere e rispettare e onorare e celebrare sé sia di riconoscere l’altro da sé…
La via relazionale è la più intensa e completa. È il mezzo e il fine. È la felicità e la vita stessa. Ed è la Via verso la Libertà, la Creazione, l’Illuminazione, la Liberazione.

Ma il Tantra è una via relazionale?
Non l’ho ancora capito.
Quello che mi è chiaro è che è una Via Spirituale. Quello che è certo è che agli Indiani, da millenni fino ad oggi, interessa Dio. Sono sedotti da Dio, amano Dio, vogliono Dio. Ascendere trascendere e ciaone.
Sono sedotti da Dio, amano Dio, vogliono Dio. Vogliono D-IO io io.
Chi non desidera solo il meglio!? Poi si accorgono che sono anche loro asini legati al palo di desideri terreni e allora fanno di necessità virtù. Sanno che arrivare a Dio si può e che loro ci arriveranno. Basta avere tanta energia e farla circolare e portarla in alto… E in due è meglio, in due, dicevamo, è di più.
La pratica rituale al cuore e alla base del tantra, dopo una trafila interminabile di pratiche di purificazione, è, appunto, fare l’amore con Dio. E se è un uomo pazienza. Non si può avere tutto dalla vita. Pazienza. Faremo finta che sia Dio.
Non sto scherzando. Durante l’incontro erotico, si proietta sul proprio compagno di giochi o di studio o di meditazione che dir si voglia l’immagine di Dio, lo si considera Dio. Lui è Dio nella sua essenza maschile, io sono Dio nella sua essenza femminile. E così facciamo l’amore in modo sacro.
Entrambi siamo in adorazione di Dio. L’amore per Dio, la devozione, la Bakti è una forza immensa.
Si impara, con tecniche di respirazione a due, ad accendersi di desiderio e di piacere e a saziare con essi il proprio Spirito, si impara ad amplificare desiderio e piacere e a saturare il proprio corpo fino a che il corpo stesso viene incluso e trasceso, fino a che si arriva all’Estasi e alla Liberazione.
(“Trasfigurazione, Trasmutazione, Trascendenza, le tre T del Tantra”)
È una via erotica?
È una via di relazione?
Non è detto.
Per certo, è una via di Liberazione.
C’è amore?
Non è detto.
Se si è concentrati su se stessi, sugli effetti speciali, che sicuramente si raggiungeranno, o sui propri obiettivi, che con sapienza e tenacia si perseguono e chissà se arriveranno, non c’è relazione e non c’è amore. E non vedo come si possa passare dal cuore e non vedo come si possa davvero arrivare allo Spirito.
“Prendi un uomo, mettitelo davanti e fai finta che sia Dio” non è amare Dio, non è amare un essere umano, non è amare se stessi. Non credo sia realmente efficace. Non è amare. Non produce vita, non produce realtà. Non produce crescita.

Amare non è fare finta.
Tu non devi fare finta di essere una Dea. Tu sai che sei una parte del Divino, esattamente come lo è un albero, un frutto, la sedia sulla quale stai seduta. Sai che vibri di Bellezza e Amore e Piacere e Gioia, sai che hai anche tu quel potenziale sacro di vita e che puoi riscoprirlo da un momento all’altro.
E non è più tempo di “Ascendere trascendere e ciaone”, non tornare più su questa Terra. L’ossessione indiana per chiudere col ciclo delle rinascite e non incarnarsi più in questa dimensione è servita nei secoli passati per coltivare alcuni aspetti energetici dell’essere umano ma ora non è più attuale.
Bene l’hanno evidenziato Aurobindo e Mère e il loro migliore portavoce Satprem. Bisogna amarla la Vita, bisogna amarla la Terra, prenderla su di sé e in sé. Ed evolvere insieme a lei.
È la nostra unica possibilità di evolvere.
Tu non ti devi smarrire in Dio, né in un uomo. Tu sei una supereroina e ne sei consapevole. Prova a guardarti indietro. Prova a riconoscere quante sfide hai superato in tutta la tua vita. Non sono tempi facili. Non si incarnano persone con karma facili. Sei sopravvissuta a te stessa. Sei sopravvissuta al tuo mondo. E sei sopravvissuta brillantemente. Sei una vincente.
Il tuo uomo non è Dio, non è mamma, non è papà, non è il soggetto che colma i tuoi bisogni o l’oggetto delle tue aspettative. È un semplice uomo, è un supereroe come te.
E quando lo ami e lo tocchi sembra davvero Dio sotto la pelle delle tue dita. Da voi si sprigiona Magia solo a sfiorarvi, solo a sfiorarvi le dita. Si sprigionano sensazioni che non devi desiderare, ricercare, pensare o produrre. Non puoi. Ti sopraffanno con la loro Dolcezza.
Se tu non consideri, in tutta sincerità e semplicità, te stessa e il tuo uomo dei supereoi c’è qualcosa che non va, che non può funzionare. Non è necessario proiettare sopra immagini esterne. Basta riconoscere il valore di quello che sei tu e di quello che è l’altro.
Questa è una via col cuore. Questa è una via che affonda le radici nella tua divinità, che ha radici sia in Terra sia in Cielo.
Basterebbe riconoscere se stessi e l’altro ed essere connessi. Basterebbe essere e fare la cosa più naturale del mondo: essere in relazione, in comunicazione, in contatto. L’altro non è lì per farti godere o per farti crescere. Tu non sei lì per prendere o dare piacere o crescita. Siete insieme per stare insieme. Senza altro fine se non esplorare come si sta insieme, come è sentirsi e amarsi. Senza potere prevedere come è e sarà procedere insieme e crescere insieme.
Non esiste altra Via per conoscere se stessi e l’Universo che ci circonda che una via di relazione in cui si sfondano le prerogative del proprio interesse personale e della propria concentrazione su se stessi e si va oltre, per aprire gli occhi e affacciarsi sulle infinite Bellezze e Opportunità che questo Universo ci offre. Una Via di Libertà che va oltre se stessi, nel rispetto di se stessi e dell’altro.
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1 Comment
Leggendo questo bellissimo articolo ho preso una pagina di appunti, tante erano le cose interessanti che ho letto e che ho apprezzato al punto di condividerle. Ritengo che quest’articolo meriti di essere pubblicato nella pagina di cultura di un giornale importante e mi stupisco di non trovare decine e decine di commenti sopra al mio, perché sono davvero tanti gli spunti di riflessione che fornisce.
Anche per me la via Relazionale di Coppia è spesso la più intensa, completa e costruttiva.
Anche se qualche volta può essere distruttiva, val sempre la pena di provarci, perché, come scrivi tu, bisogna amare la Vita, la Terra ed evolversi insieme ad essa. La vita infatti è un dono, come lo è un partner da Amare e che ti ricambia. Probabilmente bisogna meritarselo, non basta chiederlo a Dio (O mio Gesù, che hai detto: «In verità vi dico, chiedete e riceverete»), altrimenti lo avremmo tutti. Se non si è pronti ad amare e contemporaneamente essere amati, anche se veramente si è de supereroi, la Via della Relazione ci è preclusa.