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– Non è che non ci fosse anche nove mesi fa. Lui viene sempre, a tutti i seminari, mica come me. È che non lo avevo visto.

– Non lo avevi visto…

– Sì che lo avevo visto, gli avevo anche parlato. Fa la formazione, è uno che le cose le sa. Emanava l’energia di uno che sapeva le cose. Mi piaceva fargli le domande. Ricordo anche che risi a una sua battuta. Anche se non l’avevo capita. La avevo capita a modo mio e tanto mi bastava. Era perfetta così, mi piaceva e mi faceva ridere. Un nostro compagno, che aveva dell’interesse per me, si incuriosì. Doveva assolutamente capire. Io no. Eppure non mi sembrò un tipo strano. Solo simpatico. Ma questo è tutto. Dopo di ciò lo persi completamente di vista. Per tutti i cinque giorni dell’intensivo. C’era tanta gente. Una quarantina. E facevamo cose folli. Non era un seminario di Biodanza normale. Non riuscivamo ad interagire con tutti. Alcuni ci sfuggivano, non erano intercettati… È vero sai, ti incontri coi tuoi simili. Sintonici e distonici. Alcuni che ti magnetizzano, altri con i quali senti affetto o attrazione o famigliarità, altri che non sopporti. Ma solo coi tuoi simili ti incontri. Sono tutti (e solo) quelli che ti riguardano, che ti assomigliano.

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Fa una pausa, il fluire dei suoi ricordi si blocca, sospeso.

– Non vi assomigliavate.

– Allora no.

Dice, come se dovesse prendere atto di una evidenza, per quanto incomprensibile.

– Non lo avevo visto.

Aggiunge, commossa.

– Lo avessi visto, mi fossi accorta di lui, non lo avrei lasciato andare. Ma no… Non c’ero, non potevo accorgermi, non potevo sentire. Non potevo sentire Lui. Non potevo sentire altro da me, altro oltre la gabbietta in cui mi muovevo, da piccolo animaletto quale ero.

Mi viene un po’ da ridere ma cerco di trattenermi. Sorrido. È spietata la ragazza. La guardo con dolcezza e complicità, la invito a proseguire.

– Massì. Era un altro paesaggio. Un altro rispetto a oggi. Era il mio paesaggio umano… C’era lo stalker, il babau, l’amichetto, il buono, il brutto, il cattivo, il bambino, gli Impossibili (e scusa se lo dico con la maiuscola ma avevano un grande peso nella mia vita, e anche allora, ohhh, riecheggiavano forte, risvegliavano ricordi, sogni, pulsioni, alchimie impazzite… ero risucchiata in bolle, fantasmagoriche bolle..) e anche altre tipologie umane che a poco a poco riconoscevo, come parte di me, e integravo. Fu magnifico in realtà, un disvelarsi continuo. Uno sperimentarsi. Un liberarsi. O per lo meno un aprirsi continuo di spiragli sulle proprie gabbie emotive e visive…

Sospira e sorride sotto i baffi.

– E meno male che gli Impossibili erano veramente impossibili altrimenti sai che danno. È sempre così… bisognerebbe fargli un monumento. Quanti ne ho incontrati nella mia vita. Ma tanti… ‘Noi siamo gli Impossibili, siamo gli amori ideali, perfetti, desideranti e desiderati, ma no… accidenti, ahi che dolore! impossibili siamo. Ma un giorno ci ringrazierai.’ E infatti… È sempre così…

– Alla fine questi amori perfetti, ideali, o per lo meno desiderati, in questo caso, si sono rivelati per quello che erano…

– No, a questo seminario non c’erano. Non c’era nessuno di tutti loro. E quasi nessuno di quelli che avevo conosciuto allora. Era un breve seminario che faceva parte di un ciclo molto particolare, in collaborazione con una scuola di canto, sull’uso della voce. Non frequento quasi mai seminari di Biodanza. Però quando trattano argomenti artistici… non so resistere. C’è molta, forse troppa, azione, di solito. Questo invece era basato in prevalenza sull’ascolto. È stato magico. Molto sottile a livello energetico…

– Quindi, tornando a noi, il tuo Lui ha vinto perché il nemico si è ritirato. È stata una seconda scelta.

La provoco, sorniona.

– Oh no.

Non ci sta neanche a pensare.

– Oh no, affatto. Tutt’altro, all’opposto… Finalmente io ero libera da me, da me stessa, dalla mia vecchia, stupida, ferita, infelice, folle, ossessiva ‘Io’. Ero libera lo spazio sufficiente per potere sentire qualcosa di diverso, diciamocelo, qualcosa di bello, qualcosa che non avevo mai sperimentato prima, qualcosa che non speravo neanche che esistesse per me, qualcosa che non immaginavo potesse esistere in assoluto. Una energia accogliente, tranquillizzante, protettiva, femminile e maschile, dolce e forte. Magnetica. Una energia straordinariamente giusta per me. L’ho percepita subito e l’ho scoperta a poco a poco, nel corso del week end, grata di essere in un ambiente nuovo, senza interferenze, solo me e la mia nuova ‘Io’.

Ride.

Un ‘Io’ un pochino meno ossessivo.

Come farsi trovare dall'Amore - Silvia Pedri Life Artist
Foto di Raffaello Di Lorenzo

Prende un lungo respiro. Continua…

– Non ero mai stata così bene. Nessun amore impossibile mi aveva mai fatto sentire bene così. E l’unico amore possibile che avevo avuto in vita mia, una relazione durata più di tre anni, mi aveva visto stare semplicemente male, dall’inizio alla fine. Avevo bisogno di lui o credevo di averne. Ma in realtà avevo bisogno solo di imparare dalle esperienze orribili che abbiamo attraversato insieme. Insomma che allegria. Poi per forza che mi sono appassionata agli amori impossibili, quelli che agonizzavano e abortivano al nascere. Meglio morti che vivi.

Ride. Le farei una costellazione famigliare, non fosse, ora, così felice, così sana.

– E ho amato tanto. Ma non ho mai sentito quel tipo di energia, quell’avviso, inequivocabile, di benessere, con nessuna persona da cui fui mai attratta. E, in fondo, quell’odore, non trascurabile, di ‘possibile’. Mi avrebbe mandato in panico totale lo avessi sentito, non potevo neanche permettermi di sentirlo. Per la prima volta invece l’ho sentito. E ho resistito. Sono stata ferma lì. Per il tempo di un week end che mi costava? Ho fatto la mia esperienza. E ho sentito. Ma è così che si fa, io credo. Così che succede, voglio dire. Primo, mi sono accorta. Cioè significa che ero pronta, disponibile, avevo in me un granello di senape di possibilità, uno spiraglio di apertura. Nove mesi prima non mi ero accorta per niente! Non potevo. Non è che lui non esistesse. Ci avevo perfino parlato! Conoscevo il suo nome. Ma non esisteva per me, non esisteva nel mio mondo. Ora invece ho sentito. E ho continuato a sentire. Senza spaventarmi. Non ho fatto nulla. Né fuga, né attacco, né attrazione fatale. E ogni volta che mi capitava di sentire stavo bene. Non chiudevo. Lasciavo che fosse. Evidentemente potevo permettermelo. Comunque così è andata. Ho assaggiato una cosa che mi è piaciuta.

Deglutisce. Gli occhi fissi a terra, aperti, sul suo ricordo…

– A quel punto… Non potevo più farne a meno.

Mi guarda. In silenzio. Non c’è più nulla da dire.
I giochi erano chiusi. O per meglio dire aperti. Era stato fatto tutto ciò che poteva essere fatto. Ci si era resi disponibili alla vita. La Vita aveva sentito il “Sì”. Non è mica sorda.

Ma lei continua.

– Pensa che il primo giorno del seminario era il mio compleanno. Gli organizzatori, raccogliendo i dati per l’iscrizione, se ne accorsero e improvvisarono tre candeline su una crostatina confezionata. Improvvisamente, in un angolo della sala, in un ritaglio di pausa, prima di cena, mi trovai tre candeline accese davanti, su cui soffiare. E io soffiai. E senza pensarci scaturì da me il desiderio: ‘l’uomo giusto per me’. E lo soffiai e le candeline si spensero. Ho avuto anche il pensiero ‘adesso non riesco a spegnerle’. Sai la sfiga. Ma insomma tre candeline…

Ride, ironica.

– Capisci, io non so qual è l’uomo giusto per me. Mi rendo conto, non posso saperlo. Qualunque e comunque sia, che sia quello giusto, che sia! Fino al giorno prima in realtà pensavo fosse uno, ne ero assolutamente certa eppure… la mia certezza stava scemando, stava iniziando a barcollare, stava aprendo brecce di dubbio e possibilità perché la cosa non dava segni di vita, di nascita reale… E allora, a quel punto, ho lasciato fare. Ho lasciato che fosse. Io potevo anche non saperne niente. Così era, in effetti. Così è stato. Così è successo. Marco non era affatto “giusto” per me. Non avrei mai pensato che lo fosse. Nessuno lo avrebbe mai detto. Per molte cose appartenevamo a parti, “partiti” opposti, diversi. Ma pensare non serve. Serve qualcos’altro. Serve sentire.

Sorride. Sa di avere scoperto l’acqua calda. Ma è felice, e fiera e grata, di averla scoperta. 

– Le nostre energie erano così compatibili che camminando per strada, quella sera, per andare a cena, quasi ci cadevamo addosso. Alla faccia dell’attrazione. No, non è che cadevamo: collidevamo gentilmente. Ma si sentiva, appunto. Ma vabbè. Non è che uno si fascia la testa. Mi divertivo ad osservare. Però ricordo che il giorno dopo mi attraversò il pensiero che l’uomo giusto non necessariamente doveva essere “quello giusto” poteva anche essere “quello sbagliato”. Cosa c’era di meglio di un uomo sbagliato? Lui era un ottimo uomo sbagliato per me. Del resto, per quanto ne capivo e sapevo io… Mai uno giusto che avesse funzionato. Mai uno sbagliato che avesse funzionato… Poteva essere qualsiasi cosa.

Mi fa ridere la ragazza.

– Però ti dico una cosa, e poi mi fermo che già ti ho annoiato abbastanza, ho avuto anche dei grandissimi amori. E ne onoro ancora il ricordo, certamente. Però, all’inizio, come prima impressione, non uno che non mi stesse sul cazzo! Marco no. Marco no…

Sorride.

Poi mi offre un ultimo ricordo, un’ultima osservazione.

– L’altro giorno, Marco se ne esce chiedendomi quando compio gli anni. Gli rispondo ‘Ma Marco hai la memoria corta? Ti ho mandato totalmente in confusione?? Ho compiuto gli anni di recente… E c’eri anche tu. Ho perfino spento le candeline.’ Insomma lui non c’era. Chissà dov’era nascosto, non lo ricordava neanche lui… ma in quel ritaglio di tempo e di spazio…

Ride, la ragazza. Non riesce più a raccontare.

– Capisci, Silvia, in quel momento, lui non c’era. Non c’era ancora nel mio paesaggio umano. Non è che non ci fosse. È che non lo avevo visto. Io non lo vedevo, e lui non mi vedeva, evidentemente. Erano due mondi. Esisteva. Ma non esisteva nel mio mondo. Avrebbe potuto anche non esistervi mai. In quel momento, stavo ancora desiderandolo. Stavo soffiando sulle candeline.  Non era ancora il personaggio che sarebbe stato all’interno del mio film… del film della mia vita…
Geniale il Regista, no? 

Come farsi trovare dall'Amore - Silvia Pedri Life Artist
Foto di Raffaello Di Lorenzo

Tre metodi per farsi trovare dall’Amore

Devi essere in grado:

  1. di farti intercettare: appartenere allo stesso mondo dell’amore, essere nello stesso spazio-tempo dove si trova lui, essere fatto, infine, della sua stessa materia energetica. essere pronto per il briciolo o la montagna di felicità che ti spetta e che ti aspetta. bastano pochi anni o a volte pochi o a volte molti decenni di trasformazioni. ognuno ha la sua strada, i suoi tempi e i suoi modi di percorrerla. ovunque arrivi, a ogni tappa, è il tuo successo, la tua gioia, la tua fierezza;
  2. di accorgerti: trovarti, anche solo per un momento, libero da convinzioni e ossessioni, fuori da attaccamenti al passato o al futuro, e sentire, e accorgerti di quello che senti;
  3. di accogliere: riuscire a stare con quello che senti, senza scappare, senza accelerare né frenare, rendendoti conto che ora niente più è in tuo potere se non la scelta della gratitudine, abbandonandoti a quello che è e anche a quello che non è, apprezzando quello che è, vivendoci dentro e imparando ad abitarci giorno dopo giorno, e, nel tuo misterioso presente, mantenendoti nella traiettoria degli infiniti futuri positivi possibili);

E, prima ancora, chiedere sempre il meglio e dire sempre “Sì, Grazie.” alla Vita, qualsiasi cosa la Vita riesca a proporti. E ogni volta accogliere quello che è col massimo amore e fare uscire da te il massimo della paura.
E mantenere l’intenzione stabile. Chiederti in ogni momento di dubbio, ansia o inquietudine: “Tra il Sì e il No cosa scegli?” Io scelgo il Sì.

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Author

Silvia Pedri esplora la vita liberamente e ne comunica la potenza in modi artistici. Frequenta temi spirituali con esperienza e padronanza. Gestisce un blog di crescita personale, offre consulti, scrive, dipinge, fotografa, autoproduce ebook di romanzi, saggi e poesie, crea mp3 di musica e di meditazioni e crea video in cui recita e canta. Se vuoi sapere di più sulle sue competenze, clicca sull'icona di LinkedIn.

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