Ed eccoci finalmente giunti al terzo, spietatissimo, articolo di “archeologia astrologica”. Per la serie, archetipi questi sconosciuti. Reperti storici. Come riconoscerli, come conoscerli e soprattutto dove trovarli? In questa società ne sopravvivono pochi. Avevamo detto, nell’articolo su Venere, LA grande assente, che l’unico attivo è Mercurio. Pochi lo onorano, pochi lo rappresentano con dignità e valore. Ma tutti lo agiscono. È la compulsione del nostri tempi. Non puoi fare altro. Come camminare piano per strada a Milano, come farsi un giretto tranquillo in un frullatore. Non puoi. Sei mercuriale anche se non lo vuoi, anche quando non lo vuoi, anche se non ci riesci. Il pensiero e la parola nella nostra società si muovono in ogni direzione. Sta a noi riuscire a starvi dietro, saperci orientare, sapere esercitare il superpotere magico del discernimento.
Oggi non mi occuperò di Luna (la percezione), Saturno (il rigore), Giove (la visione). Quanto sarebbero utili per salvarci dalla perdizione, dalla Confusione! Iniziamo dalle cose impossibili. Per i Miracoli datemi ancora un po’ di tempo. Oggi è la volta di Marte.
A Marte, non so se ve ne siete accorti, abbiamo reso la vita impossibile.
Non gli vuole più bene nessuno. Perfino gli omosessuali non sono più virili! Una volta non si sarebbero mai sognati di mettersi abiti femminili o le giarrettiere. Oggi questo lo fanno quelli che omosessuali non sono. Cosa sono ormai non è dato sapere, neanche da loro.
Ad esempio i ragazzi di un liceo si sono messi la gonna per dimostrare non si sa quale posizione ideologica. E noi a dire bravi e intanto i nostri neuroni si prendono a testate e si fanno venire traumi cranici che è ciò che gli intellettuali odierni, giustamente, chiamano dissonanza cognitiva. Per un momento vai in nebbia. C’è chi dalla nebbia poi non esce più. E quando sei nella nebbia aspetti solo la prossima istruzione per muoverti, non puoi da solo.
Ad esempio I Maneskin non sono andati ad esibirsi in Russia vestiti come pagliacci non per protesta ma perché lì avrebbero ricevuto la più violenta delle umiliazioni, sarebbero stati completamente ignorati. Sono maschi? Sono vampiri? Sono cantanti? Sono Italiani? Boooh si direbbe nessuna di queste cose. Forse non sono nulla.
Ho sentito in un podcast una attrice e scrittrice francese arrabbiatissima perché si sente una minoranza etnica in quanto donna, e oscena prova del suo stato di paria è che il motto della repubblica francese è “liberté égalité fraternité”… Non dico sorellanza ma almeno “solidarietà” avrebbero potuto metterlo! E, per un momento, a sentir ciò, a cercare di capire che cosa stava dicendo, restai così costernata che i miei neuroni non han potuto far altro che prendersi a testate.
Il maschile non va più bene. Negli ultimi due millenni di società patriarcale si è giocato la credibilità. Adesso non è più di moda. Rientra ufficialmente nei tabù. Ma tranquilli. Niente di grave. Nella civiltà occidentale tutto è tabù.
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Si potrebbe immaginare che una civiltà che ha smarrito Venere sia stata inghiottita dalla polarità opposta, Marte. In realtà, come esploravo nel precedente articolo su Marte (Le Vie di Marte portano a Venere), le polarità non possono esistere una senza l’altra. Marte non è oscenità e cattivo gusto. Marte non è l’opposto del Bello. Se lo fosse, Venere non se ne sarebbe mai innamorata. Marte fuori equilibrio può essere eccesso di ferocia. Ma la ferocia di oggi è sottile o smaccata manipolazione mentale, è veleno mercuriale, trappola invisibile per topolini già a lungo addestrati…
Oggi nessuno osa essere Marte.
Marte prende le armi e combatte. In campo aperto.
Non importa se spende tutte le sue energie, se sacrifica la vita. Combatte fino a che non vince. Combatte con onore e gloria, in nome della sua Dignità. In questo modo ha in ogni caso vinto la sua guerra.
Marte è forza. È pronto. Agisce. Protegge.
Il Femminile è il Tesoro, l’interiorità, Marte è l’Azione che gestisce e valorizza la materia. Marte è il cerchio esterno, di protezione.
Se non c’è Marte non c’è Arte, dicevamo nel primo articolo su Marte. Se non ti muovi non combini nulla. Non crei. Non impari come creare.
Non è detto però che se c’è Marte ci sia Arte.
Per i contenuti, e per la forma, vedasi tante altre cose, tante altre Forze, tanti ingredienti, nonché il quoziente di Anima. Per l’azione, ringraziamo Marte.

Marte ha il suo primo domicilio nel primo segno dello zodiaco, l’ariete.
Ogni inizio sfonda la porta dell’ignoto, feconda il vuoto. La nuova vita entra nel circolo delle esistenze con un urlo (almeno al livello evolutivo della umanità attuale). Ogni neonato è un Braveheart, che, succeda quel che succeda, fa quello che deve fare. Avanti tutta!
Marte in ariete è un agire di fuoco, discontinuo e primitivo. A volte sta spento. Quando la situazione lo richiede si fa avanti. Semplice. Perfetto.
Marte in scorpione è nel suo domicilio preferenziale. In Astrologia Classica Marte è addirittura considerato il Signore dell’Acqua. In scorpione, unisce intensità con costanza, spietatezza con strategia. Sette segni hanno condotto il primigenio Marte a una certa evoluzione. Marte in scorpione può fare qualsiasi cosa.
Tu neanche te ne accorgi. Lui ha già conquistato metà del conquistabile. Quando ti sei accorto di qualcosa i giochi sono chiusi.
L’azione migliore non è esplosiva ma penetrativa: scalza in modo totale solo quando si è completamente immersa nell’obiettivo.
Marte può essere feroce ma solo accidentalmente. Un Marte sano e forte, in domicilio o in esaltazione, non dissonante, non retrogrado, fa semplicemente quello che deve fare quando deve farlo, con forza calibrata e puntuale, e senza alcun compiacimento.
E’ quando la forza non fluisce che diventa difficile da gestire, non naturale, tormentata, pericolosa. Ne accenneremo verso fine articolo.
La dialettica con Saturno stimola Marte. Marte in acquario o in bilancia è rigido e duro (in bilancia, abbiamo visto, nel mio articolo precedente, anche piuttosto in imbarazzo). Marte nella terra arida e ghiacciata del capricorno, si esalta: si opprime e comprime ma solo per esplodere!
In ariete Saturno cade. Marte domiciliato in ariete è libero e fluido, dinamico, rapido ed episodico. È il massimo della forza nel minor tempo. Marte esaltato in capricorno è il massimo della forza distribuita lungo il massimo del tempo. Durezza nel senso di resistenza. Ma anche durezza nel senso di impeto, non prevedibile e inesorabile. Non pare. Normalmente si muove lento. Ha la pulsazione stabile, robusta, solida e tenace dell’elemento Terra al suo più glorioso grado di sviluppo evolutivo, nell’ultimo segno di terra dello zodiaco.

Marte è testosterone. Marte guarda le forme delle ragazze.
Sentitevene lusingate prima che le medesime forme, in lato A e in lato B vi cadano sotto alle ginocchia. Lo sguardo di Marte non è una molestia. È una terapia. Fino a che il tuo corpo sarà apprezzato sarà bello. Fino a che sarà vissuto con erotismo sarà erotico, fino a che sarà amato sarà amore e bellezza, forza equilibrio e armonia.
Marte è esserci, farsi sentire. Con le mani, coi piedi… o con la voce.
Marte in leone ha una bella voce. Anche quando non canta. L’emissione sonora della sua forza parte direttamente dal centro del suo essere, il suo Sole, il suo Cuore. Si può capire come la voce assuma facilmente (complice o meno, come sempre, lo spessore dell’Anima) un colore ampio, caldo, morbido, ricco di sfumature.
Se Marte in esilio, in bilancia e in toro, tende a non agire. Marte in caduta, invece, in cancro, non sa gestire la sua forza. Non necessariamente è troppa. È nel posto sbagliato. Si trova in casa della Luna, il posto più tenero e intimo, il posto più lontano dai campi di battaglia o di caccia. A disagio, compresso, inadeguato, diventa autodistruttivo.
La voce preferirebbe non uscire. Sembra uscire solo con dolore. E comunque è strana.
Unica nel suo timbro e in generale non particolarmente apprezzabile, quella di Enrico Ruggeri, in uno dei suoi primi successi, l’appassionata “Il Falco e il Gabbiano” sbandiera la sua grande strategia di conquista: “per averti non mi muoverò”. Confido si sia mosso ogni tanto in vita sua. Altrimenti fatemelo sapere che gli mando il mio articolo su Venere.
Michele Zarrillo all’apice del successo, nel ’96, rese noto al mondo che ha la carica e soprattutto la prestanza erotica e l’agilità di un Elefante e consiglia in tutta sincerità alla sua Farfalla di lasciarlo lì, fremere e morire da solo che tanto lui non ce la fa. La canzone inizia con il verso sconcertante: “sono un elefante e non ci passo.”
Mia Martini è ricordata anche e soprattutto per le sue canzoni in cui si lamenta degli uomini e per una quantità di episodi della sua vita personale particolarmente autodistruttivi una quantità tale che non può essere casuale.
Si direbbe che questi cantanti esprimano lo strazio di una vita che non riescono a prendere, in cui non sanno muoversi.
Eppure (Mia Martini lo aveva confessato) cantare è uno dei loro più grandi sollievi se non l’unico. Cantare dà fiato, dà forza, dà direzione e fluidità… Quando cantano stanno bene, quando cantano tutto va a posto, quando cantano, per il tempo in cui cantano, hanno Marte. :O
E la minimissima percentuale di cantanti con Marte di traverso finisce qui. Si può ben capire perché.
Cantare comunque è buona pratica per tutti coloro che debbano raddrizzare il tiro, o svilupparlo, del loro Marte.
Cantare, fare arti marziali, fare arte, fare sesso, oppure fare la cosa più audace e impossibile di tutte, se avete il coraggio, essere se stessi.
Come è il tuo modo di vincere?
Come è il tuo modo di farti del male?
Quale è il Marte giusto per te?
Ma, soprattutto, dove trovarlo??
A queste domande risponderò nel mio prossimo viaggio a Lourdes.
Leggi anche…
Articolo su Venere: Non è bello ciò che piace. Appunti di Astrologia su Venere e altre catastrofi
Primo articolo su Marte: Le Vie di Marte (portano a Venere)
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1 Comment
Scusa ma, Marte e il Sagittario?