“I Cinema chiudono.” Sento dire qualche fila dietro di me, in platea. “E come mai?” “Chiudono.” Risponde in quel modo semplice, tutto italiano, di non porsi domande. Come se dicesse “Glielo vai a chiedere a Caterina perché si è tagliata i capelli. No. A meno che tu non sia proprio in confidenza. I cinema chiudono. Punto. Si vede che hanno deciso di chiudere.”
Te lo dico io perché chiudono i cinema. Perché sono luoghi sovversivi. Ci hai mai pensato? Li hai mai considerati tali? Io no. Eppure… Chi ha avuto finora potere di chiudere e far chiudere a piacimento e ancora aspira ad avere potere di vita sopravvivenza e di morte su ognuno di noi, ritiene di sì.

Immagine tratta dal web, che ritrae il ballerino russo Rudolf Nurejev.
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Quando ero in un altro mondo chiamato Russia riflettevo che per un periodo in Italia noi pericolosi deprecati disubbidienti abbiamo dovuto rinunciare, tra le altre cose, a cinema, biblioteche, teatri, concerti… E che sarà mai, riflettevo. Non è stato così grave. Ci siamo rifugiati in noi stessi e tra di noi. Così pensavo. E penso. Ma anche no. In Russia, un luogo incredibile per un italiano, un luogo dove il governo non perseguita e deruba da sempre i suoi cittadini, tutti hanno libero accesso a tutto, tutto è di qualità altissima, e a prezzi anche molto molto popolari. Guardato da un altro mondo, l’Italia è un caso singolare di esperimento sociale.
Perché le persone dal pensiero più autonomo sono state tenute lontane dai luoghi culturali?
Perché sono persone pericolose, che non devono rischiare di contagiare gli altri con la loro libertà. Che restino escluse, emarginate, sole e indebolite! Indebolite di certo non sono né dalle difficoltà né dalla solitudine. È gente che ha avuto la stoffa per rischiare tutto. ;) Ma il loro potere di azione, di Creatività, di Bellezza, di contagio insomma, è stato limitato.
A San Pietroburgo, alla filarmonica, ci sono due concerti di eccellenza tutte le sere, pieni, per fare solo un esempio, un esempio di cui sono stata diretta testimone. In Italia, i cinema chiudono. I film ci sarebbero. Gli spettatori anche. Ma i cinema chiudono. Per forza! Sono sempre sul crinale del fallimento. Distanziamenti, pass, depressione economica… È l’Italia che ha chiuso.
Ma torniamo al cinema. Il cinema, un grande schermo e una sala piena di persone, non è sostituibile. È un rito, come ai tempi dei greci antichi lo era la tragedia. Non è un prodotto che posso comprare, nel giro di un istante e di un click, e consumare in poltrona. Sono belle storie, pensate dalle menti più audaci sensibili e creative. Ti mostrano il mondo. Ti avvolgono compenetrano e coinvolgono. Spostano di peso le tue emozioni. Ti ribaltano, ti fanno riflettere.
Fai un viaggio fuori di te. E il fatto di essere in tanti rende l’energia più densa e l’impatto ancora più potente. Il cinema è un occhio che scruta dentro i personaggi, loro modalità di sentire e di agire. Il cinema è un occhio e un orecchio che registra fatti, paesaggi, infiniti ambienti geografici e sociali.
Un tempo i racconti intorno al fuoco insegnavano a vivere. Più recentemente, i romanzi insegnavano a vivere. Poi il teatro. Poi fu la volta del cinema.
Oggi solo i pettegolezzi o gli auto-pettegolezzi, o i video porno, insegnano a vivere. In sintesi, falsità. O disumanità.
La cultura, l’arte, non è decorazione, è evoluzione. È la nostra umanità che si specchia, si elabora.
È intrattenimento sì. Ma solo perché creare e crearsi è puro piacere, è libertà, esperienza e scoperta. È divertimento. È poesia, filosofia, psicologia, antropologia. È paura, rabbia, entusiasmo e gioia. È intensità. È concentrato di vita.

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I cinema, i concerti, i balletti, il teatro, le performance artistiche, le biblioteche, le università… sono luoghi sacri, di insuperabile Bellezza e Utilità sociale.
Sono Templi di Cultura.
E sono stati bombardati, sfigurati e abbandonati, durante la guerra civile di questi ultimi tre anni.
I cinema, i concerti, i balletti, il teatro, le performance artistiche, le biblioteche, le università… sono luoghi sacri, di insuperabile Bellezza e Utilità sociale. Sono espressioni dello Spirito in cerca di se stesso. Sono espressioni dello Spirito che nutrono lo Spirito.
Privare l’essere umano di questi Templi è attentare al suo Spirito, inaridirlo, indebolirlo, prosciugarlo di tutta la sua essenza e sostanza vitale.
In Italia, questo è stato l’ennesimo attentato all’essere umano, alla sua incolumità fisica e psichica.
Una società che ha rispetto per se stessa non accetta che il suo “pane quotidiano” le venga sottratto, che la sua libertà interiore dimentichi se stessa e si dissolva nelle coercizioni esteriori.
“Panem nostrum supersubstantialem da nobis hodie.” Questa era la preghiera originaria, malamente tradotta, a convenienza di coloro che ci preferiscono poveri di beni spirituali e materiali e meglio governabili. Il pane è il nutrimento essenziale, vero e puro, senza fronzoli. Ma abbiamo bisogno e diritto di averlo in abbondanza, in carne e spirito. La Via, la Verità e la Vita non è sopravvivere ma prosperare, crescere, arricchirsi delle infinite potenzialità spirituali e integrarle.
Lo Spirito è invincibile. Non importa quanto a lungo deve stare nascosto e protetto. Non importa quanto brutalmente venga oppresso e umiliato. Dalla compressione riceve solo forza. Dalla pazienza riceve solo rinnovata maturità. Il tempo è solo necessario alla sua forza di propagazione.
Ci siamo ritirati in noi stessi. Ma solo per capire meglio ciò che andava buttato e ciò che andava conservato. Ci siamo rifugiati tra di noi. Ma solo per creare cose nuove, nuove/antiche sacre forme di arte, di conoscenza, di consapevolezza, o di aggregazione, nel rispetto di ciò che è autentico e di valore.
Abbiamo accettato ingiustizie e menomazioni, e con gratitudine perché ci hanno illuminato, ci hanno permesso di capire ciò che conta.
Non ci serve dimenticare. Non vogliamo indebolire il nostro corpo e il nostro spirito attraverso veleni, droghe e dipendenze di ogni tipo. La vita non è una prigione né un campo di lavoro per schiavi. Quindi non è necessario né desiderabile “evadere”.
Vogliamo esserci, in Verità e Bellezza.
Vogliamo crescere, come nell’Ordine Naturale delle cose.
Vogliamo costruire nuovi Templi, interiori ed esteriori, dove onorare, esplorare e celebrare la vita.
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Francesca Archibugi nel suo ultimo film è tornata alle origini e di più.
Perno della storia del “Colibrì” una adolescente francese, come nel suo primo film di successo, “Mignon è partita”. Allora… ricapitoliamo. Mignon è partita. Ma poi torna. Poi parte. Poi torna. Poi parte. Poi torna. Poi lui muore. Ma in realtà era lui che non la voleva. Non ha mai voluto niente. 🙀
Il film non è un monito al rimpianto, al rimorso, alla rinuncia, alla rassegnazione. Anzi sembrerebbe quasi un elogio a tutto questo!
Il protagonista muore sereno. Il pubblico empatizza. (e infatti il film sta avendo grande successo)
Io esco pensando che è ora che riprenda ad incazzarmi.
Il cinema italiano ci sa fare. Genialità e Bellezza scorre nelle vene italiche. Ma guardi dentro e dietro a tutti gli angoli di questa Bellezza e non trovi più Senso.
Il cinema italiano è vivo. L’Italia è morta. E, parafrasando Groucho Marx, anch’io non mi sento troppo bene.
Leggi anche un altro articolo del mio blog, complementare a questo:
La Cultura è Spirito. Lo Spirito è Potere. Pericoloso.
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Questo sarà l’ultimo articolo che proporrò sulla mia pagina Facebook, poi dal mese di dicembre tutti i miei contenuti vi arriveranno tramite canale Telegram e Newsletter, che rappresenta una sintesi preziosa e aggiornatissima del meglio che offro :)
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