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Leggi anche La Grande Piccola Zarina. Come una principessa si fece piccola per diventare grande – parte prima, se non conosci ancora la prima parte della storia.

INIZIO SECONDA PARTE
C’era un mondo da osservare capire imparare. La piccola zarina voleva fondare il suo Impero. Lo dissi all’inizio della storia. Ebbene… avrebbe dovuto prima creare il suo mondo. Poi porre le fondamenta sulle quali svilupparsi.

Se preferisci, puoi anche ascoltare questo articolo in formato podcast ;)

Nel suo impero, in origine, le cose fluivano come acqua, si accendevano come il fuoco, erano pervasive, vaste e connesse come l’aria e consistenti come l’etere. Avrebbero dovuto anche essere stabili e solide come la terra, autenticamente radicate e fertili!
La terra è l’elemento base, il fondamento. È l’elemento più denso e l’insegnante più severa. Non le sfugge niente. Non concedeva astrazioni: ogni concetto andava applicato e appreso in ogni sfumatura, tutto il Bene e tutto il Male, tutto ciò che funzionava e non funzionava e come e perché, nelle leggi di Dio e degli uomini. E come da questa vita uscirne Vivi.
Ogni parola avrebbe dovuto essere Verità e Volontà, puro incantesimo da spalancare gli occhi e toccare con mano. Ma per fare questo la piccola zarina doveva conoscerne, sulla propria pelle, il significato. Fu così che la sua pelle si riempì di lividi e ustioni, tagli e abrasioni, e infine di carezze così languide e dolci che la ricoprirono di brividi freddi di terrore.
Cadde in tutte le trappole, così da capire in quanti modi e in quanti gradi di illecito si poteva essere tratti in inganno. La creatività, nel male come nel bene, è infinita, e anche l’intelligenza, al servizio del male come del bene.
Restò stordita e allo stesso tempo affascinata. Lottò e si arrese. Si arrabbiò e bestemmiò contro tutto e tutti e poi abbandonò ogni giudizio e poi lo riprese e lo trasformò in discernimento. Si arrabbiò e si sentì esclusa e ferita e poi prese a considerare le ragioni di tutti e a sentire il dolore di chiunque e poi abbandonò ogni empatia e la riprese trasformandola in conoscenza e ampiezza di amore e di visione. Nel mondo c’era posto per gli errori di tutti, di tutti quelli che stavano imparando e di tutti quelli che a imparare aspettavano ancora un pochino. E tra gli errori di tutti, era una lotta senza fine, un campo di mine anti-uomo.
Abbandonò ogni fiducia e tentò molte volte di riprenderla e non vi riuscì…
Era una dea caduta da chissà quanto in alto, da tempi e per tempi che gli uomini avrebbero potuto chiamare infiniti ed eterni. Scopava in fondo al pozzo e faceva servizio nel suo baratro, pagava le bollette e correva di qua e di là e capiva come funzionava il mondo. Era un mondo da tenere a posto, in ordine. Altrimenti la materia la sommergeva e la divorava in un sol boccone, lei che pure era grande come una zarina.
E più sognava la Libertà e la Vita più il Sogno stesso la allontanava dalla sua realizzazione. Lo contemplava ogni sera e le sembrava così distante e ogni sera le sembrava più distante. Che tristezza.
Chi le voleva bene, per arginare la sua disperazione, prova a dirle “sei bellissima” e lei si disperava ancora di più per essere tanto bella e stare tanto in pena.
Non dimenticò mai chi era a da dove veniva ma sapeva che non poteva più ritornarvi. Tutto era perduto. Di lei non era rimasto più nulla. Non una molecola della bella zarina. Più piccola di così non avrebbe potuto farsi. Nel suo sottosuolo, conobbe giorno dopo giorno l’umiliazione. E infine la trasformò in umiltà.
Finalmente era libera. Finalmente era nessuno. Nessuna. Dea Nessuna. Nessuna dea. Per un attimo, un terribile e profondissimo attimo, fu sola e libera, in un mondo in guerra. Prese un profondo respiro. Chiuse gli occhi, forse per sempre. E quando espirò si accorse che stava cantando. Senza freni e senza filtri, stava uscendo la parte migliore di lei, quella fuori da lei, proveniente da molto molto lontano.
Note così sublimi come non aveva mai sentito. Melodie nuove non sapeva ancora se belle o brutte. “La Nuova Ragazza” si intitolava la canzone ed era in una lingua sconosciuta. 

La Grande Piccola Zarina + Silvia Pedri
Le foto dell’articolo sono di Sara Porzionato

L’aria la sentì ed ebbe un sussulto. Ma non si fece notare. Di brezza in brezza, passò voce. La sentì anche il fuoco, che dall’aria è sempre intrigato e ringalluzzito. Le fiammelle dei cuori degli uomini si illuminarono piano e vibrarono a poco a poco in modo nuovo e strano. Oh nessuno se ne accorse. Eppure da quel momento qualcosa cambiò. A Dio parve addirittura di vedere passare davanti al suo naso una farfalla bianca, come quando le anime si liberano dei corpi, e gli venne un prurito tale che contrariamente a ogni programma diede un colpetto di tosse. A San Pietroburgo scoppiò una aurora boreale come non si era mai vista che pensarono fosse Elon Musk e invece era Dio. E le persone furono distratte dall’odore del loro primo amore e di quel viaggio in Italia che fecero quella volta o che quella volta avevano sognato di fare. E la piccola zarina… ah lei niente, non si accorse di niente. Lei era la causa del suo mondo. Per gli effetti ripassate più tardi. Vi faremo sapere.
Ebbe dei miraggi, delle rose di plastica però. Aveva sognato così tanto e così bene che qualcosa si doveva materializzare. Ma siccome lei non era ancora pronta, non aveva abbastanza né fiducia, né coraggio, né sapienza, né saggezza, quel qualcosa si materializzava e scompariva.
Ma mentre il suo buio era rischiarato dalla sua limpidezza e dalla sua preghiera, mentre lei, col passare del tempo, diventava sempre più stanca e più agile-e-forte, più anziana e più giovane, lei si accorse che tutto sommato il suo canto le piaceva, le piaceva udirlo e cantarlo ed esserne avvolta e avviluppata e immedesimata. I pesci negli stagni davano colpetti di reni e ancheggiamenti a ritmo, e gli esseri umani si avvicinavano con più rispetto seppur con molto interesse.
Come Cenerentola, lei sempre fu quel piedino.
Lei la materia non la aveva mai vista perché non era di questo mondo e non sapeva muoversi. Non aveva scarpe. Non aveva mai fatto e non sapeva come fare. Doveva imparare le leggi dello Spirito incarnate. Doveva sgusciare attraverso anelli di realtà, livelli e strati e strati fino al solitario con diamante, la realtà più dura, invincibile e luminosa. Ammesso che ce l’avesse fatta.
Solo quando iniziò ad amare la materia con tutto il cuore in quanto sua compagna e alleata di esperienza, allora la materia si accorse di lei e le offrì la magia, con una scarpetta di cristallo.
Allora sì che poteva andare ovunque. Aveva scarpe. E non scarpe qualunque!

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Lo Spirito le usciva dalle mani e la materia nei suoi palmi ne veniva plasmata. L’esperienza le mostrò che cosa si intende per “eterna primavera spirituale”. Lei stessa si era sfracellata e sbriciolata, distrutta e ricostruita molte volte, fatta a pezzetti ripulita e ricomposta, in operazioni spietate quanto misericordiose, tante volte da sembrare infinite.
Fece arte di se stessa e di tutto quello che le passava tra le mani e che rivelò tutta la sua perfezione, utilità sacra, e bellezza.
Le margheritine ridevano tra di loro nei prati e i gigli nei campi oscillavano alla brezza e non si preoccupavano più di che vestiti mettersi.
Era un impero materiale e spirituale a prova di inconsapevolezza dove il sole giocava a nascondino con l’arcobaleno e la piccola zarina andava in spiaggia e nei boschi e  dormiva e sognava e creava e faceva l’amore con la vita e si divertiva un sacco. Era il più grande e bello impero che lei aveva mai governato solo che si era dimenticata di fondare governare e imperiare. Lei si limitava a fare cose, figurative, vibrazionali, esperienziali, sensoriali, cose buone che si mangiano e che non si erano mai viste e non avevano un nome.
Lei stessa non si chiamava neanche più e non le importava niente. Solo l’aria, che sapeva tutto, aveva scoperto che Dio e i suoi angeli la chiamavano ora col suo vero nome, il nome che lei non aveva mai conosciuto, Vassilissa, Regina, zarina di tutte le Russia, quella rossa quella blu e quella bianca in fila per tre col resto di due.   

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Silvia Pedri esplora la vita liberamente e ne comunica la potenza in modi artistici. Frequenta temi spirituali con esperienza e padronanza. Gestisce un blog di crescita personale, offre consulti, scrive, dipinge, fotografa, autoproduce ebook di romanzi, saggi e poesie, crea mp3 di musica e di meditazioni e crea video in cui recita e canta. Se vuoi sapere di più sulle sue competenze, clicca sull'icona di LinkedIn.

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